Assente per 300 giorni in due anni, licenziato un prof del Palladio di Treviso
Malattie brevi e assenze ingiustificate: al Palladio non lo vedono da marzo 2024. L’Ufficio scolastico ne ha disposto l’allontanamento, lui si è detto «sorpreso». Ora la scuola potrà finalmente nominare un supplente che resterà in carica per gli ultimi mesi

Docente assenteista del Palladio licenziato. Non lo vedono a lezione da dodici mesi, fra l’anno scolastico 2023-2024 e il 2024-2025 ha accumulato oltre 300 giorni di assenze fra ingiustificate e malattia.
L’Ufficio scolastico provinciale ha emesso un provvedimento di licenziamento che diventerà esecutivo nei prossimi giorni, tanto che l’istituto si è già attivato per nominare un supplente.
Da novembre il docente è a stipendio zero e un mese fa, via telefono, si sarebbe pure dichiarato «sorpreso» per questo con la scuola.
In altre parole: «Perché mi licenziate?». Si tratta di un insegnante campano (lì residente) sulla cinquantina, cattedra di progettazione e materie tecnico-professionali.
Docente fantasma
Superato il concorso, aveva ottenuto il ruolo (quindi il contratto a tempo indeterminato) per l’anno scolastico 2022-2023. Ruolo assegnato all’istituto tecnico Palladio a Treviso, dove era stato indirizzato al corso serale. Peccato che negli ultimi tre anni l’abbiano visto con il contagocce. Nel 2022-2023 si mette subito in aspettativa.
L’anno successivo, pur con assenze, fa lezione fino a febbraio. Poi si eclissa: da marzo 2024 non viene più a scuola.
Nel secondo quadrimestre somma una sfilza di assenze seriali: brevi certificati di malattia, ma soprattutto periodi in cui non giustifica neppure la mancata presenza. Risulta persino irreperibile al telefono.
Nella pubblica amministrazione, occorre ricordarlo, bastano più di tre giorni di assenza ingiustificata nell’arco di un biennio per ritrovarsi licenziati.
Alla ripresa delle lezioni, lo scorso settembre, la grana non è ancora risolta. Così la scuola decide di notificargli una diffida: due giorni di tempo per rientrare.
Il docente produce un certificato medico, coprendo però solo parzialmente il periodo di lontananza dalla cattedra. A dispetto dei solleciti, l’insegnante ritiene sia preferibile rimanere a casa. E all’istituto non mette più piede.
Nessuna spiegazione
Nel corso dell’anno scolastico 2023-2024 mette assieme oltre cento giorni di assenza (40 ingiustificati) sui circa 200 previsti da contratto, poi nell’anno scolastico 2024-2025 le ingiustificate superano i 170 giorni.
A novembre la palla passa così all’Ufficio scolastico provinciale, che fa scattare la sanzione del licenziamento con quattro mesi di preavviso, destinata a concretizzarsi nei prossimi giorni.
Perché l’insegnante non è più rientrato? Perché prendere qui il ruolo e poi sparire? La scuola non ha ricevuto alcun genere di spiegazione.
Pare avesse incontrato, almeno in un primo momento, difficoltà nel trovare una sistemazione, ma risulta pure che gli stessi studenti – a suo tempo – si fossero adoperati per cercare di aiutarlo. Vanamente. Neppure la solidarietà dei ragazzi gli ha fatto cambiare rotta.
Nell’ultimo contatto telefonico con l’istituto, a licenziamento ormai inevitabile, avrebbe fatto capire di essere «sereno e consapevole» di tutto.
Il paradosso
Un caso-limite che fa emergere, per di più, un paradosso: la scuola nell’ultimo anno non ha potuto nominare un supplente, perché il regolamento non lo permette in presenza di malattie brevi (sotto i 10 giorni) o assenze ingiustificate.
L’istituto, non essendoci altre strade percorribili, ha dovuto pertanto stringere i denti, tappando la falla con il personale interno o di potenziamento.
Con il licenziamento il discorso però cambia, la scuola potrà affidare a un supplente la cattedra assegnata nell’estate 2022 all’insegnante campano, anche se ormai mancano meno di tre mesi all’ultima campanella.
Gli studenti, i più penalizzati dall’assurda vicenda, avranno almeno un po’ di continuità per l’ultimo scorcio dell’anno scolastico.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso