Asco, nuove tensioni Tre addii in un mese e ricorso dei Comuni

PIEVE DI SOLIGO. L’operazione riassetto è partita, ma Asco resta una pentola a pressione. Uno: non cessa la guerra giudiziaria, sia davanti alla giustizia amministrativa che a quella civile, con riverberi inevitabili anche sulla trattativa, in teoria conclusa, con i privati di Plavisgas. Due: il cda tira dritto, ma intanto in un mese si sono registrate tre dimissioni dei sindaci, uno appena insediatosi. Tre: la holding ha accantonato un tesoretto da 150 milioni, per liquidare i comuni, ma è pronta una causa, da parte di una pattuglia di comuni. E frattanto il titolo Ascopiave ha perso negli ultimi tempi quasi il 20% del valore: è a 3,05 euro.
Collegio sindacale. Come mai le dimissioni, da Bruno Sonego a Luca Biancolin ad Alessandra Poloniato, sono fioccate in serie dopo il ricorso ex articolo 2408 codice civile presentate da Plavisgas (Marchetto, Malvestio & Co.) cassato dal collegio sindacale presieduto da Massimo Dei Tos? C’è chi sussurra non sia una coincidenza. Si parla di una contro relazione tecnica di uno dei dimissionari. Altri invece assicurano che il piano Bonelli-Erede, che ha portato il cda a varare la riacquisizione delle azioni con il dividendo straordinario di 77 milioni dalla quotata, non sarebbe “liscio”. Dissidi? Dei Tos “isolato”? E poteva mancare la lettura politica? Biancolin, vicino a Chies, sindaco di Conegliano e segretario provinciale di Forza Italia, avrebbe ribadito lo smarcamento azzurro su Asco dalla linea leghista. I big forzisti smentiscono: «Questione tecnica».
Cause e ricorsi, nuovo round. Comuni in fermento, e guerre legali annunciate. Sernaglia, Ponte di Piave e Miane con altri, vogliono ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza sfavorevole del Tar che aveva bocciato le loro delibere accogliendo il ricorso di Plavisgas. La cordata di imprenditori veneti accetterà la nuova guerra legale, con la trattativa in piedi? E intanto, dai comuni civici o dissidenti rispetto alle linee dei partiti sta maturando la causa civile contro presidente e cda della holding per «gravi irregolarità gestionali», in base all’art. 409 del codice civile. Ci sono Trevignano, Giavera, Spresiano Mareno, Pieve di Soligo, Santa Lucia. E forse altri.
Della Pietra alla carica. Il sindaco di Spresiano, intanto, torna ad attaccare i vertici della holding. «Ero rimasto a riunioni trionfalistiche, ad aprile, dove Marchi e altri dicevano che non si sarebbe mai perso davanti al Tar, sono passati tre mesi e qualche socio sta penando di ricorrere al Consiglio di Stato, mentre il cda dice che le modifiche statutarie obbediscono alla sentenza del Tar: qualcuno mi spiega?», esordisce, «in pochi mesi si dimettono un componente del cda e 3 sindaci, record, da Guinness dei primati: peccato manchino le dimissioni di chi è responsabile di quello cui stiamo assistendo». E ancora: «Ma è lecito che con il dividendo straordinario, che è di tutti i soci, si paghino qui soci che vogliono uscire? A me non sembra, ma forse sono l’ultimo a capire le cose: tutti d’accordo? E anche l’ultimo a capire di finanza, ma vedo che noi sindaci chiediamo di tutelare il valore del nostro patrimonio, e le quotazioni scendono. Non capisco, scusatemi». (a.p.)
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