«Artuso faceva prelievi ingiustificati»

Il Comune denuncia l’ex amministratore del palazzo di via Don Milani 4: «Siamo accanto agli inquilini truffati»

Doppia denuncia per Roberto Artuso, e la moglie Cristina Caodagli, soci della Restera Amministrazioni srl di Fiera, che ha accumulato un buco (prima stima: 400 mila euro) nella gestione di decine di condomìni dell’Ater, o di proprietà del Comune gestiti da Ater.

Una denuncia è stata presentata da 30 inquilini di un condominio di Fiera, l’altra dalla giunta Manido. Per truffa e /o appropriazione indebita.

E l’amministrazione, con l’assessore Alessandra Gazzola, apre nuovi inquietanti scenari: gli accertamenti di nuovo amministratore e uffici comunali hanno scoperto bonifici e versamenti non motivati, dal fondo cassa del condominio, non solo a favore di Artuso e della moglie, ma anche per altri soggetti, senza alcun legame o rapporto con il condominio. Chi sono? Fornitori di altri condomìni gestiti da Artuso, che ha ripianato altri debiti? O invece terzi del tutto estranei? Dopo lo scandalo, c’era chi aveva parlato di fondi e conti correnti (esteri?) a disposizione della coppia, ma poi la voce non aveva trovato fondamento.

Ma la giunta Manildo denuncia anche come risultino versamenti di Artuso per spese su appartamenti sfitti, somme poi liquidate da Ater che a sua volta riceveva il rimborso del Comune. L’amministrazione, par di capire, chiede conto ad Ater delcontrollo dell’attività di Artuso, che spettava all’azienda territoriale di edilizia pubblica.

Sarà la Procura – che a ottobre aveva già ricevuto la enuncia di un amministratore, Stefano D’Andrea, subentrato agli Artuso in uno stabile – a valutare i fatti denunciati da inquilini e giunta, in qualità di proprietaria dello stabile, gestito da Ater.

Lo scandalo era nato a fine settembre, in uno stabile di via Ronchese, a Santa Bona. E in pochi giorni si scoprì che in tanti stabili amministrati da Artuso e consorte per l’Ater – in primis l’intera via Ronchese o quasi – i conti non tornavano. Per la rabbia di centinaia e centinaia di inquilini.

Quelli del condominio Michelangelo, di via don Milani 4, di proprietà del Comune, hanno denunciato a fine anno Artuso e Caodaglio per truffa e appropriazione indebita, assistiti dall’avvocato Monica Marcon. «Mancano all’appello 82 mila euro», dicono alcuni degli inquilini, «e siamo certi che i nostri versamenti fossero in regola». La decisone della querela è maturata in un’assemblea condominiale, una volta che il nuovo amministratore, la società Polis 2000, ha ultimato un certosino lavoro di ricostruzione contabile della gestione di Restera srl.

Un ammanco che ha indotto anche la giunta Manildo a far denuncia in Procura: «Siamo accanto agli inquilini truffati dall’amministratore infedele», ha detto l’assessore Gazzola, con delega al patrimonio comunale «e li sosterremo nella loro battaglia, anche giudiziaria».

Gazzola, ieri, ha formalizzato la querela del Comune contro i soci della società Amministrazioni Restera Srl, appunto Artuso, residente a S. Angelo, e la moglie Cristina Caodaglio. «Abbiamo accertato omessi pagamenti da parte dell’amministratore precedente (Artuso ndr), «continua l’assessore «e dall’esame dei movimenti bancari sono risultati prelievi e bonifici in favore di Artuso, della moglie e di terzi non legati da alcun contratto con il condominio. E questo mentre risultano incassati da Artuso versamenti per spese relative ad appartamenti sfitti, versamenti fatti da Ater per il Comune, che a sua volta ha rimborsato Ater sulla base del rendiconto annuale». È dal 2009 che il Comune, con una convenzione, ha affidato la gestione di tutti gi suoi alloggi all’Ater (fra questi il condominio Michelangelo). L’Ater, secondo Ca’ Sugana, aveva il compito di gestire gli immobili e di vigilare sull’operato dell’amministratore eletto dall’assemblea.

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