Artigiano della scarpa dona collezione al museo

MONTEBELLUNA. È un dono speciale quello consegnato da Bruno Zamprogno al Comune. Una collezione di circa 900 oggetti che riassumono la vita contadina di un tempo ed il mestiere del calzolaio: il suo. L’assessore alla cultura, Alda Boscarom ed il sindaco Marzio Favero si sono adoperati per consegnare alla città questo “tesoro” che diventerà un piccolo museo egli spazi dell’ex tribunale. Bruno Zamprogno, 90 anni, vive con la moglie a Contea, in un’abitazione che negli anni è diventata una sorta di labirinto-museo che più volte è stato aperto anche agli alunni delle scuole. Una vita trascorsa a realizzare scarpe, la sua, prima in maniera artigianale, poi come responsabile di produzione in molte aziende calzaturiere del montebellunese: Zamprogno ha raccolto negli anni anche molte attrezzature ed utensili appartenenti a quel mondo, oltre ad una vasta collezione di scarpe fatte a mano, alle quali è affezionatissimo. Il suo desiderio di presentare la sua vasta collezione di macchinari, pellami, vere e proprie calzature manufatte, in un luogo pubblico si sta realizzando. Si è completato in settimana il trasferimento degli oggetti dall’abitazione di Zamprogno. Nella prima fase dell’operazione sono stati inventariati tutti gli oggetti donati, cui è seguito l’imballaggio in sicurezza ed il trasferimento all’ex Tribunale in piazza Negrelli dove la collezione prenderà la forma di un “deposito visitabile”. Questa seconda fase sarà invece gestita direttamente dal museo, dal direttore, Monica Celi, e dal conservatore, Emanuela Gilli. La collezione occuperà due stanze, mentre per il prossimo anno è prevista una mostra temporanea, spin off della Mostra dedicata alla scienza e allo sport che il Museo sta programmando in questi mesi. Una volta pronto l’allestimento del “deposito museale”, saranno anche organizzati laboratori specifici a tema aperti agli alunni delle scuole. La collezione sarà visitabile presso l’ex Tribunale a partire da settembre, assieme alla mostra fotografica “Le nostre botteghe – bar, osterie, laboratori”, frutto delle ricerche di Bepi Filippin.
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