Architetto paraplegico tre medici a processo

Per il pm si sarebbero resi responsabili di errori diagnostici Tra loro, la dirigente medico Glorioso di Vittorio Veneto

VITTORIO VENETO. Tre medici degli ospedali di Jesolo e San Donà, tra cui una dottoressa di Vittorio Veneto, a processo con l'accusa di lesioni colpose gravissime: stando a quanto sostenuto dalla Procura veneziana rappresentata dalla pubblico ministero Paola Mossa, in seguito a una serie di presunti errori diagnostici da parte dei dottori, un architetto padovano che oggi ha 64 anni, Z.M., è rimasto paraplegico e con problemi agli apparati digerente e urinario. A rispondere delle accuse saranno Fausto De Ferra, 61 anni di Jesolo, dirigente medico in servizio al pronto soccorso di Jesolo, Lorenza Glorioso, 49 anni di Vittorio Veneto, dirigente medico al pronto soccorso di San Donà, e Federica Orlando, 51 anni di San Donà, medico in servizio nel reparto di Neurologia del nosocomio di San Donà, tutti difesi dall'avvocato Luigi Dalla Rosa di Treviso. Ieri l'udienza filtro in tribunale a Venezia davanti alla giudice Sara Natto, il processo è stato rinviato al 9 ottobre. La parte civile è rappresentata dall'avvocato Carlo Bermone di Padova. I fatti risalgono al 2 agosto 2013. L' architetto padovano era in vacanza a Jesolo e si era presentato al pronto soccorso della località balneare lamentando forti dolori alla zona dorsale-toracica e una paralisi alle gambe progressiva. Era stato visitato dal dottor De Ferra che, stando alle accuse, avrebbe disposto il trasferimento del paziente al nosocomio di San Donà. Un presidio ospedaliero, questo, come sottolineato dall'accusa, privo del reparto di Neurochirurgia e della strumentazione per l'effettuazione della risonanza magnetica indispensabile nella diagnosi di problemi midollari.Giunto al pronto soccorso di San Donà, il padovano sarebbe stato visitato dalla dottoressa Lorenza Glorioso, secondo la Procura dopo un'ora e 20 dall'arrivo. Sempre secondo l'accusa, il medico non avrebbe proceduto all'immediato trasferimento del paziente in un ospedale con reparto di Neurochirurgia. Anche la dottoressa Federica Orlando, in servizio nella Neurologia sandonatese, in seguito all'esito degli esami non avrebbe proceduto al trasferimento del paziente più corretto, inviando il padovano a Portogruaro e non in un centro specializzato. A Portogruaro era però arrivata la diagnosi di "ematoma epidurale": Z.M. era stato quindi trasferito all'ospedale di Mestre, secondo la pm con grave ritardo rispetto all'insorgenza dei sintomi, e quindi operato. L'aggravamento della situazione neurologica aveva portato il paziente alla paraplegia, oltre che ad accusare problemi agli apparati digerente e urinario. Una vita rovinata, l'inizio di un'odissea giudiziaria.Il legale di Z.M. aveva avviato nel 2015 una causa civile contro l'ex Usl 10 Veneto Orientale, chiedendo 5 milioni di euro di danni. In virtù della svolta nella causa penale, con i tre medici a processo, è stato temporaneamente sospeso il procedimento civile. —

Rubina Bon

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