Aperta un'indagine sulla pista da motocross di Giavera

Un fascicolo sulla denuncia di Wwf e M5S: «Il Comune ha usato fondi regionali destinati all’ambiente»
Allegranzi Giavera apertura pista da motocross
Allegranzi Giavera apertura pista da motocross

GIAVERA. Il fascicolo è depositato in Procura a Treviso sulla scrivania del sostituto procuratore Massimo De Bortoli. Ancora in fase di definizione, l’eventuale ipotesi di reato che, in caso, porterà inevitabilmente all’iscrizione di uno o più nomi nel registro degli indagati. Quel che è certo è che sono in corso indagini sulla pista di motocross della discordia, quella a SS. Angeli di Giavera del Montello, inaugurata il 20 settembre scorso. Già in passato la struttura era stata oggetto di denunce ma soprattutto accese polemiche legate al problema dell’inquinamento acustico.

Riapre la pista Santi Angeli il ricordo dei piloti morti

Ora però s’indaga su una questione più spinosa, sollevata dal Movimento 5 Stelle, dall’associazione ambientalista Sos Anfibi, dal Gruppo bosco Montello e dal Wwf, secondo i quali il comune di Giavera avrebbe ottenuto fondi dalla Regione per la realizzazione di un progetto legato alla “Valorizzazione ambientale di area pubblica”, che sarebbero stati utilizzati invece- secondo le accuse- per rimettere in piedi la pista di motocross costretta anni fa alla chiusura per mancanza dei requisiti prescritti dalla normativa. Accuse pesanti ancora tutte da verificare.

«Quella pista di motocross doveva essere un parco pubblico, è inaccettabile quanto successo. Se le responsabilità del comune di Giavera saranno confermate, la situazione è gravissima. Con il senatore Girotto e gli attivisti della zona abbiamo fatto un accesso agli atti, faremo luce sulla questione», ha dichiarato il consigliere regionale M5S di Treviso Simone Scarabel che ora è determinato a chiedere un incontro con il Procuratore capo e il Prefetto per fare chiarezza sulla questione e capire se i sospetti sono fondati. Le accuse dell’associazione Sos Anfibi e del consigliere M5S sono circostanziate: «Parliamo di 263 mila euro, che il Comune ha avuto dalla Regione tramite l’Ipa Montello-Piave-Sile e destinati al progetto “Valorizzazione ambientale di area pubblica-parco attrezzato Santi Angeli” vocato al turismo dolce e familiare. Nel progetto che ha ottenuto i fondi il comune ha omesso di indicare che l’area di ubicazione del parco coincide con quella di motocross- la legge esclude le strutture sportive dai fondi erogabili tramite IPA». Secondo associazione e M5S nemmeno un centesimo dei fondi ottenuti sarebbe stato utilizzato per la valorizzazione ambientale. Non solo: «Nel luglio di quest’anno è stato firmato un contratto di 15 anni con Motoclub Montello, una concessione a privati, violando la convenzione con la Regione del 2013. All’uso pubblico resta solo uno scampolo dell’area: un boschetto, un inutile parcheggio e un caseggiato incompleto». Ora la Procura sarà chiamata a far chiarezza per valutare se si tratta di accusa fondate o semplicemente di veleni. Nessuna ipotesi di reato al momento è stata definita, le indagini sono appena iniziate.

Serena Gasparoni

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