Antenna Tre in vendita a 1,4 milioni

SAN BIAGIO DI CALLALTA. Per tenere accesa Antenna Tre servono almeno 1,4 milioni di euro. Questo il valore a base d’asta decretato dai tecnici del tribunale di Treviso e messo nero su bianco ieri nel bando per la cessione del ramo d’azienda della società della famiglia Panto. Meno di due mesi per presentare le offerte, stesso lasso di tempo per capire se la storica emittente trevigiana con marchi in Veneto e Friuli potrà andare ancora in onda (e come).
L’affare si gioca su tre fronti: l’acquisto dell’emittente e dei suoi marchi, la permanenza sulle frequenze del digitale terrestre, i dipendenti. E non sono così strettamente legati gli uni agli altri.
«La vendita del ramo d’azienda avverrà nello stato di fatto in cui si presenta», recita infatti il bando. Con il milione e 400 mila euro si compra solo la struttura capace di produrre servizi media, telegiornale, programmi vari. Quindi attrezzature, strutture interne e soprattutto 55 dipendenti (un direttore, 17 giornalisti, 37 tecnici). Come il loro prodotto vada in onda è altra cosa. Il canale del digitale terrestre fa capo ad un consorzio cui partecipa e parteciperà la società della famiglia Panto, non l’acquirente che infatti «dovrà individuare un diverso gestore della rete con il quale definire un accordo» per mandare i programmi in tivù.
Dove registrare e lavorare? Qui c’è già uno spiraglio visto che gli studi di San Biagio sono ubicati in un edificio il cui proprietario (che tra l’altro era il principale interessato ad acquisire Antenna Tre) è già disposto ad affittare.
Resta quindi il nodo dipendenti, la forza intellettuale e operativa dell’emittente che fino ad oggi (deve essere ricordato) ha permesso all’informazione e all’intrattenimento firmato “A3” di proseguire senza interruzioni ma a fronte di stipendi non pagati e grandi sacrifici personali.
Il bando di gara, pur non imponendo l’assunzione di nessuno, prevede maggiori punteggi per la società che si renderà disponibile a incamerare il maggior numero di persone tra il personale oggi impiegato nell’emittente. Ogni assunzione dovrà essere garantita da un investimento da 25 mila euro. Un eventuale confronto tra più offerte verrà fatto sulla base di un valore “ponderato” frutto della somma tra l’offerta economica e l’offerta di assunzione. A fare degli esempi è lo stesso bando di gara redatto dal tribunale che confronta un’offerta da 2,7milioni (frutto di una proposta di acquisto da 1,7 milioni con l’assunzione di 40 persone, ovvero 25.000 euro per 40), con un’offerta da 2,6 milioni (2 milioni per l’acquisto ma con assunzione di 20 persone). «La gara partirà dalla prima offerta» spiega, e la seconda società se vorrà accaparrarsi l’emittente dovrà mettere sul piatto la differenza (100 mila euro) e rilanciare con almeno 30 mila euro.
Ma al di là dei numeri, se si troverà un acquirente, ci si sarà il nodo dei contratti sindacali da sottoscrivere. Si gioca a carte scoperte. Nessuna offerta che non rispetti le disposizioni di legge. Ci sarà tempo 15 giorni per sottoscrivere l’accordo, altrimenti salterà tutto. Per l’acquirente è prevista anche la possibilità di acquistare Antenna Tre a rate, ma solo per 18 mesi e mettendo sul piatto prima almeno il 30%.
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