Annegato nel Sile, il lutto della famiglia: «Vogliamo riportare a casa Muhammad»
I genitori e gli altri parenti hanno avviato le pratiche per il rimpatrio della salma in Pakistan

I genitori di Muhammad Rana Shayan sono in attesa che il corpo del figlio ventiduenne rientri in Pakistan per la sepoltura. «Li ho sentiti al telefono e sono molto scossi. Pregano e sperano di potergli dare presto l’ultimo saluto come previsto dalla nostra religione» racconta un amico degli Shayan cui i congiunti del ragazzo hanno chiesto aiuto con le pratiche per il rimpatrio della salma.
«Quando è partito per l’Italia erano felici e fiduciosi che all’esterno avrebbe trovato fortuna. Quando la notizia della morte di un giovane di origine pakistana a Treviso è arrivata fino a qui sono stati assaliti dall’angoscia» prosegue. «Poi è arrivata la conferma e sono precipitati nella disperazione».
Sono molti gli amici e i conoscenti del giovane che nelle ore successive alla diffusione della notizia hanno iniziato a tempestare di messaggi chiunque potesse sapere qualcosa. Anche le redazioni dei quotidiani locali hanno ricevuto numerose chiamate dal Pakistan. Tutto ciò prima che le autorità italiane, terminate le pratiche di rito per l’identificazione, si mettessero in contatto con i familiari del ragazzo a Kasur.
Muhammad era arrivato in Italia dieci giorni fa. A fine agosto infatti risale la richiesta di protezione presentata agli uffici della Questura. Prima era stato in Grecia e Treviso era l’ultima tappa del suo lunghissimo viaggio iniziato nel Pakistan orientale. Non è chiara tuttavia la tempistica della sua presenza nel nostro paese.
Il cugino di Muhammad conferma che si trovava qui da poco, mentre i volontari della comunità di Sant’Egidio l’avevano notato in città già in tarda primavera. È difficile ricostruire con precisione la vicenda del ventiduenne che trascorreva le notti al parcheggio Dal Negro così come altri connazionali. Il giovane era regolare in Italia e aveva ottenuto il permesso di soggiorno. L’obiettivo era trovare un lavoto e provvedere con le rimesse ai famigliari nel paese d’origine. Una speranza inghiottita dalla corrente del Sile. —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso