Altri due casi gravi: l'influenza colpisce di più la Marca. Il picco tra 15 giorni

TREVISO. L’influenza torna a fare paura nella Marca, territorio dove il virus fino ad oggi ha colpito più duro. Tre casi attenzionati, contro i due del Veneziano, e i due singoli casi a Padova e Verona..
I casi trevigiani
La morte della piccola Emma di Silea, a seguito di una complicanza dell’influenza B, rappresenta il primo decesso in Veneto. Ma l’epidemia stagionale ha registrato da inizio inverno altri due casi gravi in provincia di Treviso, fortunatamente guariti. A fine novembre, all’ospedale Santa Maria dei Battuti di Conegliano, un bambino di tre mesi è stato ricoverato in rianimazione dopo aver contratto l’influenza suina A H1N1, particolarmente temuta perché espone i neonati al rischio di grave disidratazione, causando vomito e dissenteria, oltre ad abbattere le difese immunitarie esponendo al rischio di pericolose infezioni batteriche. Sempre a fine novembre anche una donna di 55 enne è stata ricoverata a Conegliano e trasferita d’urgenza al Ca’ Foncello per influenza suina A H1N1. Anche in questo caso la paziente è stata curata in terapia intensiva, monitorando il decorso del virus e quello della polmonite. Per combattere la malattia la 55enne è stata intubata e ventilata artificialmente, ma non è bastato, per fronteggiare l’infezione respiratoria è stato deciso il trattamento con ecmo, per ossigenare il sangue per via extracorporea. «Nessuno dei soggetti interessati è risultato vaccinato» commentano gli esperti della Regione nell’ultimo report Influnet che fotografa la situazione epidemiologica in Veneto.
I più colpiti
«Nell’ultima settimana monitorata dal 20 al 26 gennaio, l’influenza stagionale ha colpito 37.700 persone (7,68 casi per mille abitanti), portando il totale da inizio sorveglianza a 177.100 casi veneti» evidenzia il bollettino diffuso dall’assessore regionale alla Sanità Emanuela Lanzarin.
L’età più colpita si conferma, ancora una volta, quella che va da 0 a 4 anni con un’incidenza di 21,84 casi per 1.000, destinata a crescere ancora nei prossimi giorni con l’ingresso nel vivo del picco influenzale.
«Il tasso di notifica dei casi pediatrici è in forte aumento, è GIà quasi raddoppiato rispetto alle due settimane precedenti» conferma il pool sanitario regionale «mentre la seconda fascia pediatrica da 5 a 14 anni ha registrato un tasso di notifica di 16,47 casi per mille». In controtendenza, invece, le diagnosi del virus influenzale negli over 65, in leggera flessione negativa rispetto al monitoraggio 2018-2019 con un tasso di 1,82 casi per mille, contro la media nazionale di 3,44.
Misure di sicurezza
Alle prese con una media di 300 accessi al giorno, di cui un centinaio legati a virus influenzali e parainfluenzali, il Pronto soccorso di Treviso sta gestendo il surplus di ricoveri grazie a un polmone di 39 posti letto per acuti nelle aree mediche.
In contemporanea, l’orario di apertura dell’ambulatorio dei codici bianchi è stato esteso fino alle 24. Altra partita in corso riguarda il piano di azione per l’emergenza coronavirus cinese che ha provocato oltre 170 vittime nel mondo. L’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan ha ribadito ieri la necessità di controlli per gli studenti di ritorno dalla Cina prima del rientro in classe. «Bisognerebbe pensare a una quarantena, i medici decideranno qual è il tempo congruo: dobbiamo mettere in sicurezza i nostri confini» spiega Donazzan. Intanto, l’Università Ca’ Foscari, ha sconsigliato la partenza per la Cina ai suoi studenti, in linea con le indicazioni ministeriali. L’ateneo fa sapere che non ci saranno penalizzazioni per il mancato viaggio e che «erogherà comunque l'importo già previsto come rimborso spese».
Per individuare eventuali situazioni a rischio è stata aumentata la sensibilità del triage al Pronto soccorso. —
Valentina Calzavara
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