Altri 170 creditori si sono iscritti al passivo Stefanel

ponte di piave. Seconda udienza, ieri, per l’ammissione allo stato passivo di Stefanel, in amministrazione straordinaria, con i dipendenti che hanno presentato le loro posizioni. Avanti alla presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Venezia, Daniela Bruni, e alla presenza del commissario straordinario Raffaele Cappiello, sono state esaminate 169 posizioni e una rivendica. È prevista una ulteriore udienza per il prossimo 3 marzo 2020, all’esito della quale sarà chiuso l’esame delle domande e lo stato passivo sarà dichiarato esecutivo. Successivamente, sarà stabilito il calendario delle udienze per l’esame delle domande tardive. Stefanel sta operando in regime di amministrazione straordinaria e nei giorni scorsi il commissario ha presentato al Mise il piano per il rilancio, che prevede la ricerca di un acquirente o di un investitore per l’azienda. Nel frattempo gli addetti dello stabilimento di Ponte di Piave continuano a lavorare regolarmente. La data di cessazione dei contratti considerati in esubero è stata spostata da febbraio a fine luglio; le uscite in programma (sempre su base volontaria) sono 24, su una forza lavoro di 54 persone a Ponte di Piave. Ad oggi non ci sono possibilità di soddisfare i crediti pregressi, se non tramite l’alienazione dei cespiti, a partire dalla storica sede di Ponte di Piave, sovradimensionata rispetto all’attività attuale dell’azienda ma per la quale non si è ancora palesata una soluzione. La ricerca di un acquirente o di un partner è pensata per trovare nuova liquidità così da soddisfare i creditori. Al 30 novembre 2019 l’indebitamento finanziario netto del gruppo è di 94,2 milioni di euro, in crescita rispetto agli 88,1 milioni al 31 dicembre 2018. —. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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