All'ospedale di Treviso botulino e piccole scosse per far passare l’emicrania

TREVISO. Il botulino? Non funziona solo per spianare le rughe. All’ospedale Ca’Foncello la potente tossina viene adoperata per sconfiggere il mal di testa cronico, un problema che affligge circa 300 pazienti trevigiani. «Il botulino viene iniettato in piccole quantità in vari punti della testa, specie nei pazienti con cefalee miste.
Queste non sono tutte uguali e quindi servono risposte differenti per inibirle» sottolinea il primario Marzio Bevilacqua, alla guida del reparto di Terapia del Dolore di Treviso.
La metodica con botulino, eseguita dalla dottoressa Stefania Conte, viene proposta a un numero selezionato di utenti e sta dando ottimi risultati. Di recente introduzione è anche l’uso di piccole cannule che iniettano nel naso un anestetico a lunga durata capace di “spegnere” a livello nervoso il mal di testa.
Questa procedura chiamata SphenoCath è stata già eseguita su tre pazienti con buoni esiti. Se l’emicrania è un problema che tocca da vicino il 15% della popolazione della Marca, colpendo 1 donna su 4, sono più che raddoppiati negli ultimi sei anni i pazienti seguiti dall’équipe dalla Terapia del Dolore del Ca’Foncello per innumerevoli disturbi: i dolori post intervento chirurgico, i pazienti paraplegici con lesioni midollari, le nevralgie, la malattia oncologica. In una scala del dolore che va da 0 a 10 il team del dottor Bevilacqua segue l’utenza con manifestazioni acute dal 7 in su.
«Siamo passati da 3.945 casi nel 2012 a 7.016 del 2018. Se il dolore non viene curato diventa patologia e più passa il tempo più si consolida. Il nostro compito è arrivare alla diagnosi, ma la visita e il dialogo con la persona sono entrambi tempo di cura» spiega l’esperto.
Ultima sfida in ordine di tempo è il trattamento con radiofrequenza pulsata. Una terapia innovativa che utilizza la corrente elettrica per addormentare i gangli spinali della colonna vertebrale, i quali agiscono da sensori amplificando la sensazione dolorosa. «La tecnologia consiste in una “scossa” a bassa temperatura, per 300 secondi a 42 °C, partendo dall’osso sacro per provocare delle piccole lesioni mirate per addormentare il male» aggiunge il dottor Bevilacqua. Per la messa a punto del progetto la Regione ha indicato alcune linee guida e sono circa 300 i pazienti candidabili in tutto il Veneto che saranno indirizzati ai centri di Treviso, Mestre, Cittadella e Verona.
La Terapia del Dolore del Ca’Foncello, quale polo hub, sarà protagonista del progetto oltre a garantire la clinica e la diagnostica tradizionali che prevedono anche quattro accessi al mese di pazienti per interventi con letti in appoggio in Urologia. Una situazione che fa andare a rilento alcune prestazioni: un centinaio di pazienti sono in attesa di prestazione con priorità D (a 60 giorni).
«Quel che ci servirebbe ora è l’assunzione di un medico anestesista e una psicologa in aggiunta ai quattro medici e sei infermieri attuali, e poi l’arruolamento di una segretaria per rispondere a una media di oltre cinquanta telefonate al giorno» conclude il primario «sul fronte dei macchinari abbiamo chiesto la sostituzione del vecchio ecografo, indispensabile per le infiltrazioni eco-guidate».
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