Alla cava Campagnole campioni tutti negativi

L’Arpav rende noto i risultati sull’analisi del rischio amianto Il sindaco Pietrobon: «Non era un “inferno” di veleni»

PAESE. Sono tutti negativi i risultati dei rilievi effettuati dall’Arpav sulle matrici ambientali della cava Campagnole di Paese, di proprietà della Canzian ma gestita dalla società Cosmo, dove la Direzione Distrettuale Antimafia ha sequestrato 200 mila tonnellate di rifiuti contaminati. I test, effettuati lo scorso 11 dicembre su richiesta dell’amministrazione comunale, non hanno rilevato nessun tipo di inquinamento, né a livello delle falde d’acqua né a quello atmosferico. In particolare non sono state rinvenute tracce di amianto, né di metalli pesanti. Le sonde per il controllo della falda sono state posizionate nei pozzi spia a valle dei cumuli di materiale posto sotto sequestro. La verifica sulla possibile contaminazione da amianto è stata invece realizzata al centro tra i cumuli, di circa 5 mila metri cubi, in cui tra il 2015 e il 2016 erano stati ritrovati frammenti di eternit. Anche in questo caso le analisi hanno dato riscontri positivi, non riscontrando nemmeno una particella di amianto. Nel dettaglio è stato trovato 1 microgrammo per litro di rame (il limite di legge per la potabilità è 1000), per nichel, selenio e piombo sono stati riscontrati rispettivamente meno di 1, 5 e 4 microgrammi al litro (i limiti sono di 20, 10, 10).

Infine i solfati: rilevati 53,9 milligrammi al litro, a fronte di un limite di 250. «Dati positivi», ha commentato il primi cittadino di Paese Francesco Pietrobon, «che rendono chiaro come la cava non sia l’inferno di veleni descritto. Restiamo in attesa del lavoro della magistratura ma la cosa più importante è informare la popolazione sul fatto che, pur a fronte delle irregolarità riscontrate nei controlli, non ci sono pericoli per la salute pubblica. Un dato di fatto che dovrebbe far riflettere chi nelle scorse settimane, per ragioni di polemica politica, ha cavalcato la tigre dell’inquinamento ambientale quando in realtà di inquinamento al momento non è proprio e fortunatamente possibile parlare. Abbiamo operato sulla vicenda della cava Campagnole in maniera lineare, mettendo il tema della tutela ambientale, della salute pubblica e della sicurezza dei residenti al primo posto. Del resto negli ultimi dieci anni siamo stati impegnati nel risolvere i problemi del territorio legati alla presenza di cave e discariche, intervenendo concretamente con i risanamenti, le bonifiche e le riqualificazioni dei siti in questione». —

Federico Cipolla

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