Al Comune la collezione dei Monti

Il lascito alla morte di Giuseppina. «In memoria di mio figlio Guy Stevenson»

Un figlio che muore prima della madre o del padre è un tradimento del destino. E Giuseppina Monti, per tutti Pinetta, figlia di Bruno, storico cofondatore della Tessitura Monti di Varago agli inizi del Novecento, due anni fa non è riuscita a rassegnarsi alla morte di Guy Stevenson, suo figlio, notissimo rappresentante della famiglia di industriali scomparso a 63 anni dopo una malattia che non gli aveva lasciato scampo. Così, all’età di novant’anni, Pinetta ha preso carta e penna e deciso di lasciata alla città di Treviso qualcosa che ricordasse a tutti suo figlio, la sua esistenza, la sua natura di viveur, l’amore per la mondanità e la bellezza, delle donne e dell’arte. Il suo desiderio si è concretizzato in un lascito, forse uno dei più corposi fatti al Comune di Treviso che alla morte della storica erede Monti si pè visto donare 56 opere d’arte del Novecento italiano facenti parte della collezione privata Monti, quadri che Guy stesso amava e conosceva, che proprio a lui, indirettamente, dovranno andare. Le parole scritte da Pinetta nel suo testamento sono state chiarissime: «lego tutti i quadri dei pittori del Novecento al Comune di Treviso affinchè vengano collocati nei musei comunali con l’indicazione Collezione Pin Monti, donazione in memoria del figlio Guy Stevenson». La collezione vale oltre 160 mila euro e raccoglie quadri di Coletti, Arrigoni, Semeghini, Malossi, ... Un lungo elenco che caratterizza e singole opere ora già inglobato dal Patrimonio di Ca’Sugana che è intenzionato a dare riscontro alla richieste dell’ereditiera Monti scomparsa nel novembre dell’anno scorso. Un domani qualcuno, camminando tra le opere, potrà trovare il ricordo di quell’uomo capace con il sigaro sempre in bocca e la voglia di non essere mai ultimo a nessuno. (f.d.w.)

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