Aggredita a coltellate, Marta Novello sta meglio: trascorrerà la Pasqua in famiglia

TREVISO. Marta torna a casa. Sabato, vigilia di Pasqua, potrebbe essere dimessa Marta Novello, la 26enne aggredita la sera del 22 marzo da un quindicenne lungo via Marignana, mentre stava facendo jogging poco distante da casa.
A ore, dunque, la ragazza di Marocco potrebbe riabbracciare non solo la famiglia, che in questi giorni ha visto e con la quale ha avuto contatti, ma anche i nonni, il fidanzato, gli amici e i compagni di università. L’ultima parola, però, spetterà ai medici che firmeranno la cartella di dimissioni.
L’obiettivo era quello di fare in modo che la giovane potesse passare le feste in un ambiente famigliare, circondata dall’affetto delle persone che le vogliono bene. La ragazza è rimasta per diversi giorni nel reparto di Quarta Chirurgia, dopo aver lasciato a inizio settimana la Terapia intensiva del reparto di cardio vascolare dove è stata trasferita dopo gli interventi chirurgici, dal momento che era Covid free.
L’obiettivo era quello di dimetterla e lasciarla tornare a casa con le dovute precauzioni e cautele, prima di Pasqua, o almeno per festeggiare la Pasqua con la sua famiglia. «È una ragazza forte» hanno fatto sapere medici e sanitari.
In ospedale ha ricevuto supporto non solo a livello medico, ma anche psicologico. I suoi parametri e le sue condizioni fisiche sono in netta ripresa, Marta si sta rimettendo perfettamente. Scherza con i medici e gli infermieri.
Prima di tornare alla normalità, però, la strada è ancora lunga e tutta in salita: le ferite subite non sono solo quelle fisiche, ma anche quelle morali e psicologiche, che una simile aggressione porta con sè. Il paese attende Marta a braccia aperte, per primo il sindaco, che in più di un’occasione si è detto fiducioso che la giovane tornasse presto a casa.
Sul fronte delle indagini, il Tribunale dei minori che ha in carico l’inchiesta, ha conferito l’incarico di passare al setaccio pc e cellulare dell’aggressore, a un consulente di Mestre, sul quale adesso sono puntati i riflettori. Nel frattempo il minore rimane in carcere. Il suo difensore, Matteo Scussat, potrebbe a giorni richiedere una perizia psichiatrica, per approfondire alcuni aspetti che non tornano, il maggiore dei quali è il movente e la furia cieca con la quale il giovanissimo ha colpito la ragazza.
Nei giorni scorsi la giovane – ricordiamo – nonostante sul letto di ospedale, ha reso la sua testimonianza al pubblico ministero del Tribunale dei minori di Venezia e titolare dell'inchiesta, Giulia Dal Pos. Con lei i carabinieri della compagnia di Treviso, ma anche i carabinieri del Reparto analisi criminologiche, arrivati direttamente da Roma, i cosiddetti “profiler” il cui campo d’azione è questo genere di reati. Tre ore di interrogatorio, durante il quale la 26enne ha detto tutto quello che sapeva. —
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