Afra Bianchin: grande dell'architettura, segnata dalla tragedia

Afra Bianchin
MONTEBELLUNA.
Di una cosa possiamo essere certi: che Afra Bianchin Scarpa avrà un posto importante nella storia del design e dell'architettura italiana. Ne sono convinti gli amici, che stanno pensando a come ricordarla. Spentasi a 74 anni (era nata il 28 marzo 1937) dopo aver attraversato la tragedia della perdita di due figli, Afra con Tobia Scarpa aveva dato vita a un sodalizio straordinario. La genialità dell'uno, il pragmatismo dell'altra li portarono a disegnare per Venini, Cassina, Flos, Gavina, Meda. Nel 1966 il divano Coronado diventa uno dei pezzi più venduti dell'arredamento italiano. Con la poltrona Soriana vince il Compasso d'Oro. La 925 è nella collezione permanente del Moma di New York. L'incontro con Luciano li porta a dare il segno distintivo dell'architettura Benetton, dal primo maglificio al magazzino di Castrette nel 1993. «Una donna dotata di un'intelligenza acuta e di una spiccata concretezza - ricorda Domenico Luciani, compagno di liceo -. Orgogliosa delle sue origini, con Tobia aveva dato vita a un sodalizio umano e professionale nel quale lui era parte creativa e lei parte pragmatica». «Afra e Tobia sono tra i pionieri del design italiano - aggiunge Evelina Bazzo, docente Iuav -. La sua figura sarà molto indagata, ne sono convinta. La sua visione anticipatrice era legata all'essenzialità degli oggetti e del disegno. A lei dobbiamo molto. E il suo carattere era autentico, non brusco». Stasera alle 19,30 il saluto degli amici, domani alle 10 a Montebelluna i funerali.
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