Aereo schiantato a Montebelluna, il medico sotto accusa è stato prosciolto: «Fine di un incubo»
Stefano Semenzin era sotto accusa per aver rilasciato il certificato di idoneità al pilota
che morì con un passeggero: «Avevo la coscienza a posto»

MONTEBELLUNA. «È finalmente terminata questa vicenda che per me è stata devastante»: Stefano Semenzin, medico di famiglia montebellunese, ha visto chiudersi per lui una brutta storia iniziata nella primavera del 2019, quando un ultraleggero si era schiantato sul terrazzo di una casa di via Giorgione, a Caerano.
Un incidente che era costato la vita a due persone e il medico montebellunese era stato indagato in quanto era stato lui a rilasciare il certificato di idoneità al volo al pilota dell'ultraleggero.
«Il caso è stato archiviato l'altro giorno -spiega Stefano Semenzin - così è stata messa la parola fine ad una vicenda che mi ha provato profondamente». Era il maggio del 2019 quando l'ultraleggero pilotato da Mario Ceccato, allora 70enne di Onigo di Pederobba, era finito contro la canna fumaria posta sul terrazzo di un’abitazione. Avevano perso la vita nell'impatto sia lui che l'uomo che era assieme a bordo, Jury Bortoli, anche lui di Pederobba, che aveva 47 anni. Nel registro degli indagati era finito Semenzin in quanto era stato lui, a rilasciare il certificato annuale di idoneità a Ceccato. «Io avevo eseguito tutte le visite richieste per rilasciare il certificato -spiega il medico - Tutto era risultato a posto e quindi il rilascio del certificato era stato conseguente. Sapevo di avere la coscienza a posto ed ora l'archiviazione del procedimento che era stato avviato nei miei confronti ha riconosciuto che non avevo responsabilità in quell'incidente aereo».
Secondo la ricostruzione fatta dopo l'incidente, Ceccato aveva tentato un atterraggio, ma era arrivato troppo veloce sulla pista che si trova a poca distanza dal luogo dove poi è avvenuto lo schianto. Aveva perciò ripreso quota ed aveva tentato un secondo atterraggio, ma nella virata per avvicinarsi alla pista l'ultraleggero era finito contro l'abitazione e per i due a bordo non c'era stato scampo. Un particolare aveva indotto gli inquirenti a indagare il medico montebellunese: il fatto che Ceccato avesse avuto in precedenza un infarto. Semenzin aveva fatto presente che nel periodo di validità del certificato, ossia un anno, tutto può succedere ma quando lui aveva sottoposto agli esami prescritti il pilota tutto era risultato in regola e quindi aveva rilasciato il certificato di idoneità al volo.
In ogni caso, al di là dell'archiviazione, quella vicenda ha lasciato il segno. Anche Stefano Semenzin è infatti un appassionato di volo libero, è stato tra i primi della zona a lanciarsi dal Grappa col parapendio e negli anni ha visto più di qualche amico schiantarsi. «Questa vicenda - dice ora - mi ha fatto venir meno la passione per il volo, che ho sempre avuto fin da giovane. Anche se la vicenda giudiziaria si è conclusa in modo positivo per me, non me la sento più di coltivarla».enzo favero
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