Advar, richieste di aiuto cresciute del 15 per cento

L’associazione ha bisogno di fondi e volontari per portare avanti l’attività. Nella Marca l’Ulss certifica oltre 68 mila esenzioni per neoplasie maligne

Valentina Calzavara
Casa dei gelsi
Casa dei gelsi

Il tempo del prendersi cura fino all’ultimo respiro. Advar, lo sta facendo da trentasette anni a un ritmo sempre crescente nell’ambito delle cure palliative e del sostegno ai malati terminali. Tra il 2024 e il 2025 la domanda di assistenza è aumentata del 15%.

«Ci facciamo interpreti dei bisogni delle famiglie e dei pazienti, stando vicini alle loro paure, alla domanda di ascolto e alle fragilità che emergono quando un proprio caro si trova ad affrontare la dimensione della malattia oncologica nelle fasi più avanzate o di maggiore gravità», afferma Anna Mancini Rizzotti, fondatrice e anima di Advar, che ha in via Fossaggera a Treviso il cuore pulsante dell’assistenza con l’hospice Casa dei gelsi per oltre trecento ricoveri all’anno.

Nuove forme di assistenza

Ma, nel corso del tempo, nuove modalità di supporto e accompagnamento dei pazienti sono state attivate, per restare al passo con le nuove solitudini sociali che investono i nuclei familiari, ma anche con l’aumento dell’incidenza delle patologie oncologiche a livello globale, e la Marca non fa eccezione.

L’Ulss 2 certifica 68.480 esenzioni di pazienti con una neoplasia maligna o di esito incerto, un dato che incorpora sia le nuove diagnosi, sia gli utenti che seguono trattamenti di mantenimento nel corso del tempo.

Un popolo silenzioso, e sono in molti a bussare alla porta dell’Advar, quando la malattia non risponde più alle terapie per la guarigione e diventa prezioso poter contare sulle cure palliative, capaci di controllare il dolore e gli altri sintomi, mantenendo la migliore qualità della vita possibile fino alla fine.

«Ci siamo attivati per operare su diversi livelli intermedi di risposta alle persone, non solo il ricovero in hospice, ma anche un grosso lavoro per incrementare l’assistenza domiciliare e il nuovo progetto Ponte per offrire supporto psicologico con colloqui in presenza oppure online. Senza mai perdere di vista la qualità di quanto facciamo e la gratuità di ogni servizio per chi ne beneficia», aggiunge Rizzotti.

La flessibilità e i numeri

Rimanere flessibili e sintonizzati ai bisogni rappresenta la forza di Advar, ancora una volta, scritta nei numeri: quattrocento nuclei familiari assistiti a domicilio ogni anno dall’équipe medica e dai volontari.

Più di sessanta famiglie che vengono attualmente aiutate con il servizio Ponte. Mentre sono arrivati a superare quota 1.500 l’anno i colloqui del servizio “Rimanere insieme” per accompagnare le persone nell’elaborazione del lutto.

Aggiunge la presidente Rizzotti: «Per la delicatezza del compito che abbiamo, poniamo costante attenzione alla formazione del nostro personale sanitario e dei volontari che compongono le due équipe multispecialistiche».

Dipendenti e volontari

Ottantacinque dipendenti, in larga parte professionisti sanitari che offrono il loro servizio all’hospice Casa dei Gelsi, 7 giorni su 7, 24 ore su 24, nonché a domicilio.

«Le figure sanitarie sono rappresentate da medici, infermieri, oss, fisioterapisti e psicologi. Abbiamo avuto qualche difficoltà nel reperimento di medici, che ora è stata superata con il recente ingresso di un medico strutturato», aggiunge Rizzotti.

Al gruppo sanitario si aggiunge l’operato imprescindibile di 288 volontari che realizzano quarantamila ore di servizio all’anno.

«Grazie a tutti loro», conclude Rizzotti, «che sono impegnati nelle attività rivolte direttamente agli assistiti e ai familiari, ma anche per le azioni di supporto, promozione e raccolta fondi che ci permettono di sostenere economicamente i progetti che offriamo gratuitamente alla comunità».

Il 18 settembre inizierà un nuovo corso per diventare volontario Advar. Le iscrizioni sono ancora aperte: in questo momento Advar sta cercando volontari per la consegna degli ausili, per i servizi di accoglienza e assistenza, per la raccolta fondi.

Chi vuole impegnarsi in questo tipo di volontariato dovrà sostenere un colloquio di selezione e orientamento, oltre a frequentare il corso base, prima dell’inserimento affiancato e la formazione continua.

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