Adunata 2017 degli alpini a Treviso: notte di eccessi in centro storico

C’è pure la lap dance. L’altra notte, in viale Montegrappa, «traffico pedonale paralizzato e ingorgo». L’attrazione era la ragazza a con il palo su un trattore, vicino a un chiosco

TREVISO. C’è pure la lap dance. L’altra notte, in viale Montegrappa, «traffico pedonale paralizzato e ingorgo». L’attrazione era la ragazza a con il palo su un trattore, vicino a un chiosco. Solo una delle sorprese della grande kermesse, che la notte proliferano. Come le lucciole africane e caraibiche , che fanno capolino dai vicoli attorno alla piazza dei Signori ma che sono pronte a spostarsi. O i mezzi strip tease, maschili, con la folla a fare la «ola»

L’adunata, con il buio, diventa anche il porto franco degli eccessi, non solo alcolici. Chiedetelo alle ragazze di bar e osterie, costrette a slalom improbabili, degni di Tomba, per evitare le lunghissime mani degli alpini ebbri. E con l’avanzare delle ore è peggio.

Domina la fantasia. Geniale la «spina aerea» che in via delle Absidi porta il rosso direttamente dalla damigiana del secondo piano: basta attaccarsi con il calice. E i balli sui tavoli all’ex Gil, con il gruppo di Fagarè. E poi le mille passerelle che accolgono fanfare e bande. L’accendersi dei balli, ad ogni guizzo di fisarmonica, la gente festante fa corona.

E lo spazio per scoprire cose mai viste. Come il palazzo di via Manzoni, aperto per l’occasione come «Mostra Mercato»: lucente, suggestivo, degno di una grande città o di una metropoli.

O l’angolo dei piccoli miracoli, quel che di giorno e negli altri 362 giorni dell’anno non succede. Ecco lo stato maggiore della Lega, con sindaci, amministratori e manager di area leghista, fare baldoria. Quando arrivano big dei Pd, del centrosinistra e della sinistra, tutti insieme appassionatamente. Potenza della penne nere.

E non ci crederete, ma c’è anche chi lavora dietro un banco, ma non è barista. Francesco Spessotto, arrotino di via San Francesco, sommerso di ordinazioni via Internet per il suo coltello speciale che si rifà alla britoea non ci sta dietro: mola quasi «h24», la sua.

Ma non è per niente bello, in fondo alla notte, vedere, nel popolo che sciama verso tende, accampamenti, camere e appartamenti, chi dimentica i bagni chimici (e sì che sono 800), o i canali diventare il primo luogo di scarico per chi è stroncato, e si appoggia agli alberi per vomitare anche l’anima. E tocca a Contarina rimediare, all’alba.

Negli accampamenti, modelli di efficienza e organizzazione, si sente russare, mentre i più nottambuli si bevono l’ultimo, e decantano gli spiedi

Quelli spontanei, con la canadese e i teli di fortuna, sono pazzeschi: i gruppi di Sevegliano e Palmanova hanno occupato un’aiuola di fronte al Pronto Soccorso. Il capolavoro? II giardino all’inglese della Fideuram, direttamente sul Sile, ci sono gli alpini di Fratta di Oderzo. Meno panorama per chi si è «domiciliato» all’ingresso del park Dal Negro. Il più temerario? Chi ha messo la canadese nel monumento di Marco d’Aviano, alla curva Bricito (ma non sotto il macigno...). A proposito di sicurezza: non è piaciuta nemmeno la «blindatura» del Duca d’Aosta, storico tempio dell’eleganza trevigiana.

Ehi, c’è pure chi dalla tasca del giaccone, tira fuori una bottiglia di grappa senza i bollini governativi delle accise. Mancava solo la distillazione clandestina...ma chapeau alla grappa. Buona adunata a tutti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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