Adl, boom sulla scia di Apple

Dice di essere un appassionato di Apple da tempi «non sospetti», quando «era ancora la cenerentola dell’informatica». Figuriamoci adesso: in scia al boom della mela mozzicata, la sua...

Dice di essere un appassionato di Apple da tempi «non sospetti», quando «era ancora la cenerentola dell’informatica». Figuriamoci adesso: in scia al boom della mela mozzicata, la sua azienda che si occupa di distribuzione per gli Apple Store e per i rivenditori autorizzati ha visto lievitare il proprio fatturato da 6 a 50 milioni in dieci anni. Lui è Guido Borso, presidente e amministratore delegato di American Data Line, sede a Quinto di Treviso, specializzata sin dalla sua nascita (1989) nella commercializzazione di accessori e periferiche per il mercato Apple.

Da poco Adl ha iniziato anche a occuparsi di produzione di accessori con il marchio Aiino, che finiscono sugli scaffali di catene come Mediaworld, Unieuro, Euronics. Ma il . core business rimane quello di rifornire i negozi della mela. «Per i loro prodotti, ovviamente, si arrangiano», spiega Borso, «ma negli Apple Store vendono anche periferiche e accessori di altre marche, da Epson a Bose passando per Hp. Noi ci occupiamo della distribuzione di questi prodotti». Quando il marchio di Steve Jobs è passato da «Cinderella a princess», come dice Borso, gli affari del distributore trevigiano sono letteralmente esplosi: il fatturato al 30 giugno 2013 faceva segnare 45,4 milioni di euro, il bilancio chiuso alla stessa data di quest’anno è arrivato a sfiorare i 50 milioni (49,98).

American Data Line è fornitore ufficiale di Apple dal 2003. «È stata la nostra fortuna, ma anche bravura, crederci prima del boom partito con gli iPod ed esploso con gli iPhone», dice Borso, «Oggi siamo uno dei cinque fornitori ufficiali in Europa». Parte delle vendite (circa il 20%) viene realizzata all’estero, negli Apple Store e nei rivenditori autorizzati di Regno Unito, Spagna, Francia, Scandinavia. Per essere a contatto diretto con il “cuore” europeo della mela, Adl ha aperto un ufficio di rappresentanza commerciale a Londra.

Chiedere della crisi, con negli occhi le immagini delle code di due giorni per il nuovo iPhone6, in questo settore suona quasi blasfemo. «Il mercato è più difficile, certo, ma i numeri tornano», dice Borso. Per approssimazione il volume d’affari dell’azienda di Quinto è suddiviso così: 30% circa grazie ad Apple, 50% sulla Gdo dell’elettronica, il 20% circa con i negozi di telefonia. Essendo nel business, il passo dalla semplice commercializzazione alla produzione diretta è stato naturale. «Con un amico e socio ingegnere abbiamo lanciato il marchio Aiino di accessori per computer e telefoni Apple, dalle custodie agli auricolari, dalle pellicole screen protector ai caricabatterie. Tutto made in China, ma in questo campo non può essere diversamente».

Nel futuro dell’azienda ci sono anche prospettive nuove. Una è data dal mercato nascente delle stampanti 3D, grazie anche al fatto che uno dei vice president del produttore 3D Systems è trevigiano. L’altro binario interessante è quello del rapporto con Eataly: non si trova solo cibo, nella catena di Natale Farinetti, bensì anche gadget legati all’elettronica. A produrli è proprio Adl.

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