«Adesso ci chiedono il doppio: assurdo»

FARRA DI SOLIGO. Tra l’incudine (il Comune) e il martello (gli espropriati) ci sono le aziende che hanno edificato il loro stabilimento su quei “maledetti” Pip. In base a vecchi accordi, il Comune dovrebbe chiedere a loro i soldi dei risarcimenti. Le aziende spiegano che un tentativo di mediazione c’è stato. Rifiutato, però, dagli espropriati. «I “lottizzanti” sono un gruppo di imprenditori che alla fine degli Anni Novanta hanno partecipato a un bando del Comune per la vendita dei terreni nelle zone Pip, e che hanno acquistato i lotti accettando le condizioni del bando» spiegano gli avvocati Fulvio Andreola (in foto), Paolo Neri, Antonio Pinamonti, Davide Cester, Cristina Cittolin e Mauro Biasi. «Una di tali condizioni citava la pendenza di alcune cause civili alle quali alcuni dei precedenti proprietari dei terreni messi in vendita, gli “espropriati”, avevano dato vita, opponendosi all’espropriazione operata dal Comune, prevedendo per gli acquirenti, in caso di soccombenza dell’ente in tali vertenze, di garantire il medesimo. Allo scopo veniva imposta ai lottizzanti un’apposita fideiussione, che tutti hanno rilasciato, millantata come sufficiente a coprire le somme che eventualmente avrebbero dovuto rimborsare al Comune. Oggi, invece, nella drammatica crisi economica in cui ci troviamo, viene chiesto ai lottizzanti il pagamento di un prezzo assurdo e ingiustificato, pari a più del doppio del costo dei terreni all’epoca dell’acquisto: condizioni alle quali gli stessi mai avrebbero concluso il contratto di compravendita». Nonostante tutto la proposta è arrivata, ma – secondo i legali delle aziende – è stata rispedita al mittente.(a.d.p.)
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