Addio Matteo, Chiarano sotto choc

Ieri mattina si è osservato un minuto di silenzio all’Istituto Sansovino di Oderzo, per ricordare Matteo Carrer, 16 anni, morto nella notte nella sua casa, probabilmente a causa di un inspiegabile infarto.
La notizia della morte di Matteo ha sconvolto tutti i suoi amici ed i compagni di classe, la seconda ad indirizzo Amministrativo del Sansovino. Ieri mattina docenti e compagni di scuola increduli per la notizia si sono raccolti in silenzio. I dirigenti dell’Istituto Sansovino, ora devono anche gestire l’elaborazione del lutto dei loro giovani studenti, e dicono: «Un fulmine a ciel sereno, ecco cosa è accaduto. Cerchiamo di farcene una ragione. Davanti a una tragedia così immane non è semplice. I ragazzi della sua classe e delle altre dell’Istituto si stanno organizzando per essere presenti, partecipi al dolore della famiglia».
Il dolore dei compagni e l’incredulità per una tragedia così grande si sta riversando sulle pagine facebook di Matteo e dei suoi amici. Sono commoventi i ricordi dei compagni di scuola, degli amici dei compagni della squadra di calcio, che non riescono ancora a comprendere come Matteo, al quale avevano dato appuntamento per la serata, non ci sia più. Nei post anche le parole di Matteo gongolante per una “doppietta” ben piazzata. Giocava infatti con la squadra di Chiarano Evolution Team. O quelle per una deliziosa torta al cioccolato. I suoi amici si scrivono centinaia di messaggi, per stare vicini in questo momento di lutto: «Quando dicono: 'le persone più belle muoiono perché Dio le vuole vicino a sè' . Mi viene il nervoso, non ci credo. È solo una piccola giustificazione per consolare qualcuno? Ma consolare cosa? Quando qualcuno se ne va è impossibile non pensarci», E ancora: «Un'ingiustizia, non è giusto che un ragazzo di 15-16 anni abbia dovuto abbandonare i suoi cari così presto, che non abbia potuto godersi la vita a pieno e poi ti chiedi "E se fosse successo a me?».
E l’amico C.S. Ricorda: «Matteo, avevamo in sospeso la mia rivincita a braccio di ferro... la rivincita la avrò comunque, magari non qui sulla terra ma lassù... e rideremo di nuovo sulle cavolate che facevamo alle medie ridendo di tutti e di tutto come facevamo di solito». «Riposa in pace Matteo. Il senso di andare a scuola, per poi tornare a casa in corriera con te. Tu che ci facevi scherzare, che ci facevi sorridere. Ma ora che non ci sei più andare a scuola non ha più senso!!». E non solo i compagni di classe o del paese, ma anche chi vedeva Matteo nel cortile della scuola ora ricorda: «Non ti conoscevo e non parlavamo, ma per il semplice fatto che ti vedevo ogni giorno a scuola, mi bastava a capire che tutto andava bene. Era abitudine vedere te e i tuoi occhi pieni di gioia e allegria. Riposa in pace Matteo». (g.p.)
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