Addio al sorriso di Wania arrivò a Treviso per amore

Trent’anni. Tanto è durata la storia d’amore che ha unito Wania Coloso, morta a 43 anni in un’incidente stradale a Cartura nel Padovano, e Massimo Bolognini, giornalista del Gazzettino. Si erano infatti conosciuti nel 1986 a Macerata, nelle Marche, dove lui stava svolgendo il servizio militare. Un colpo di fulmine che ha resistito anche al forzato periodo di lontananza, quando Bolognini è rientrato a Treviso dopo aver terminato la naja. Ma la loro storia doveva essere già scritta da qualche parte e così, dopo una decina d’anni, Wania ha ricontattato Massimo e da allora sono rimasti uniti.
La loro è stata una storia talmente speciale che era anche stata raccontata a tutta Italia grazie alla trasmissione “Per tutta la vita”, condotta da Fabrizio Frizzi e Romina Power su RaiUno, pochi mesi prima del loro matrimonio celebrato nel giugno del 1999. In quella occasione avevano ripercorso la loro storia. Nel 1987 Wania era una ragazzina, quando si erano incontrati in una discoteca del capoluogo marchigiano: Massimo, recluta al Car di Macerata, era alla sua ultima domenica di servizio di leva. «Avevamo fatto bisboccia con i commilitoni, poi avevamo fatto l’ultima capatina in discoteca», aveva raccontato lui, «per me fu una fologorazone, lei aveva 15 anni, era lì con la cugina». Da allora lui iniziò a farle la corte.
«Durante la naja mi fecero alcuni controlli medici, scelsi persino di sostenerli all’ospedale militare di Perugia, per essere più vicino a Macerata e a lei. Ma non rispondeva alla mia corte, al di là della simpatia. Mi respinse. Si faceva sentire saltuariamente, si confidava, ero un amico. La situazione durò 4 anni, ci fu anche un abbozzo. Niente da fare. E ognuno continuò per la sua strada». Fino al 1998 quando improvvisamente squillò il cellulare di Massimo. Era Wania. Da qui ripartirono per non fermarsi più. E si sposarono dieci mesi dopo.
Nonostante ormai fosse una trevigiana a tutti gli effetti (abitava con il marito in Strada Del Pozzetto), aveva ancora un fortissimo legame con la sua regione d’origine, le Marche, dove vivono ancora i genitori, Maria e Giancarlo, e la sorella Carla con il nipote Teddy. Sono tutti arrivati a Treviso nella mattinata di ieri, non appena sono stati informati della tragedia che si era consumata a Cartura.
Wania, dopo aver lavorato per diverso tempo all’interno di uno studio dentistico, ora aveva un impiego alla Gemeaz a Lanzago. Gli amici e i colleghi di lavoro la descrivono come una ragazza socievole, sempre sorridente, alla quale piaceva molto stare in compagnia e viaggiare, tanto che con il marito Massimo si concedevano, almeno un paio di volte ogni anno, dei giorno per visitare qualche località, meglio se con un bel mare davanti al quale rilassarsi insieme.
Oltre a essere un’immensa tragedia, l’incidente dell’altra sera ha anche il sapore di una terribile beffa, perché Wania era da tutti conosciuta come una donna abile alla guida. Più di una volta era infatti salita a bordo della sua Polo grigio metallizzato e aveva raggiunto le Marche da sola per salutare i parenti.
Per tutta la giornata di ieri nella casa di Wania e Massimo è stato un continuo via vai di amici e colleghi, tutti ancora increduli per quanto era accaduto. Ai colleghi Massimo e Sandro Bolognini e a tutti i familiari di Wania vanno le più sentite condoglianze della redazione della Tribuna di Treviso.©RIPRODUZIONE RISERVATA
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