Addio al musicista Celio Fastini esordì con l’amico Fred Bongusto

Una vita avventurosa tra concerti, militanza politica e insegnamento Si salvò miracolosamente durante il bombardamento su Treviso 

IL LUTTO

Si è spento a 95 anni Celio Fastini, un personaggio dalla vita avventurosa, tra musica, politica e insegnamento, raccontata qualche anno fa in una lunga intervista ad agenziastampaitalia.it. Fastini abitava a Conegliano in via Garibaldi. Fu testimone diretto del bombardamento di Treviso e in quell’occasione rimase miracolosamente vivo. Terminato il secondo conflitto mondiale, si iscrisse alla Facoltà di Scienze economiche ma fu trascinato ad una vita diversa per la sua grande passione per la musica.

Conobbe Fred Bongusto (con cui avrebbe poi condiviso la sorte di morire lo stesso giorno) e insieme ad altri musicisti formò un complesso. La prima volta si esibirono al Caffè Pedrocchi di Padova. Avevano come maestro Erico, che aveva scritto canzoni per Nilla Pizzi. Realizzarono una tournée anche all'estero, poi il gruppo si sciolse. Fastini suonò anche a Milano al Moulin Rouge e conobbe diversi artisti, da Raimondo Vianello a Pippo Baudo. Voleva fare il conservatorio, ma poi, per le pressioni in famiglia, si diplomò in agraria. Ritornato a Conegliano, Fastini è stato a lungo docente di educazione tecnica in scuole medie e all'agraria. Il novantacinquenne è deceduto venerdì, nello stesso giorno dell'amico di vecchia data Fred Bongusto. In gioventù Fastini visse in prima linea la Seconda Guerra Mondiale, arruolato come bersagliere.

Il 7 aprile 1944 era a Treviso, quando la città fu bombardata dagli Alleati. «Ero alla caserma Salsa, feci un volo di qualche metro, ma rimasi cosciente – raccontò pochi anni fa in un'intervista - ero senza una scarpa, raccolsi morti e feriti, amici stesi per terra. C’era polvere ovunque, macerie. Un disastro. Io mi salvai perché durante il bombardamento mi tappai le orecchie e aprìi la bocca durante lo spostamento d’aria. Una volta diradata la polvere, fu possibile stimare morti e feriti». Abbracciò poi la Repubblica Sociale («Non credevamo che la guerra fosse già persa» ebbe a dichiarare) e per questo venne catturato dalla brigata Garibaldi vicino a Colle Umberto, ma i partigiani lo risparmiarono dalla fucilazione. Passato prigioniero della brigata Piave, fece una decina di giorni di prigione prima di essere rilasciato.

Il suo impegno in politica continuò a Conegliano per trent'anni come segretario locale del Movimento Sociale Italiano, ebbe un rapporto di frequentazione con Almirante. Oggi lo ricordano con affetto la moglie Renata, la figlia Donatella con Luigi e l'adorata nipote Veronica. Domani alle 18 sarà recitato il rosario nella chiesetta della Madonna della salute. Il funerale sarà celebrato martedì alle 10.30 in duomo. —

Di.B.

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