Addio ad Alex con le note di Zucchero

Varago, comosso ricordo di parenti amici ai funerali del 24enne morto di incidente. Il parroco: «Giovani, amate la vita»
Di Rubina Bon
ALLEGRANZI VARAGO FUNERALE ALEX ROSSETTO
ALLEGRANZI VARAGO FUNERALE ALEX ROSSETTO

MASERADA. Le note di Zucchero intonate da due amiche con la chitarra per salutare per sempre Alex Rossetto, tecnico informatico di 24 anni, morto giovedì sera a Olmi, mentre tornava dal lavoro in sella alla sua moto. Ieri pomeriggio l’ultimo abbraccio nella chiesa di Varago, frazione dove viveva con mamma Francesca, papà Renzo e la sorella Valentina. Oltre trecento persone, in chiesa e sul sagrato, hanno seguito la funzione celebrata dal parroco don Riccardo Zanchin, affiancato da don Bruno Baratto. E proprio la passione di Alex per la moto è stata ricordata dagli amici della classe 1989 di Maserada. «Ora goditi il paradiso: potrai correre con la tua moto dove non ci sono pericoli». E ancora: «Te ne sei andato con la tua amata moto, facendo quello che ti piaceva». Gli amici hanno ricordato il sorriso di Alex, la sua disponibilità verso gli altri. Lo hanno dipinto con le lacrime agli occhi come un esempio da seguire. Commovente il ricordo letto da una cugina a nome di tutti i cugini. «Ricordi quando giocavamo a nascondino da piccoli? Ora vorremmo poter essere in attesa che tu esca all’improvviso per dire ‘liberi tutti’. Invece non è così», ha letto la ragazza, «sappiamo che sei con la nonna, assieme vegliate su di noi e sulle nostre famiglie». Don Riccardo ha riportato un pensiero che gli hanno rivolto i genitori di Alex: «Vorremmo che questo momento servisse ai giovani». «Voglio far mie quelle parole della mamma e del papà di Alex: quanto è successo sia occasione per amare la vita nonostante tutto», ha detto il parroco davanti alla chiesa piena, tanto che molti hanno dovuto seguire la funzione dal sagrato, «ragazzi, vale la pena vivere e prendere in mano la propria vita, farla sbocciare per la gioia propria e di tutti. Questa morte sia una spinta ai giovani, affinché prendano in mano la loro vita con gioia e responsabilità».

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