Addio a “Gian”, fondò la Morgan Camicie

L’imprenditore tessile si è spento a 76 anni, oggi l’addio. L’azienda è portata avanti dal figlio Luca

SUSEGANA. Addio al “re” delle camicie: si è spento domenica, a 76 anni, Lino Morgan, per tutti “Gian”, fondatore ed ex titolare di “Morgan Camicie”, con uno spaccio a Follina (chiuso un paio di anni fa, dopo l’ictus che aveva colpito il fondatore) e un negozio ancora aperto, e molto conosciuto, in viale Italia a Conegliano. Originario di Susegana, Morgan – costretto in sedia a rotelle negli ultimi tempi – abitava in via Paoletti a Follina, e prima di dedicarsi alle camicie aveva lavorato a lungo come imprenditore del tessile nel campo, soprattutto, dell’abbigliamento sportivo. Imprenditore di successo, con una grande passione per i cavalli e i viaggi, sarà salutato da amici, familiari ed ex colleghi al funerale di oggi alle 15 nella chiesa parrocchiale di Susegana. L’ultima volta che i suoi dipendenti si erano ritrovati era stato a maggio, a Follina, in occasione del suo 76esimo compleanno. Avevano ricordato i bei tempi andati: quelli della giovinezza, ma anche quelli del lavoro abbondante e per tutti, che permetteva a Morgan di premiare i suoi lavoratori con viaggi in Egitto e in Kenya. Anni d’oro, di cui oggi resta un ricordo ancora visibile a Follina: lo stabilimento e lo spaccio all’ingresso del paese, con i furgoncini marchiati Morgan ancora parcheggiati nel piazzale. Il picco della sua carriera imprenditoriale Morgan lo aveva raggiunto negli Anni Ottanta: una cinquantina di dipendenti, numerosi terzisti, una produzione pregiata che vendeva ai marchi europei dell’abbigliamento vestiario sportivo e giacche a vento. Con gli Anni Novanta e, al principio dei Duemila, i venti di crisi, venne meno il legame con la tradizione e con il paese della lana, la sua Follina.

Iniziò a delocalizzare in Europa dell’Est, e scelse infine di specializzarsi nella produzione di camicie. Anche questo fu un successo, una realtà imprenditoriale che ancora vive grazie al figlio Luca nel negozio di Conegliano. «Abbiamo chiuso lo spaccio di Follina due anni fa, dopo l’ictus che lo ha colpito» ricorda oggi Luca «e mi sono concentrato su Conegliano. Mio papà lo ricordo come se lo ricordano tutti i clienti e i dipendenti: una persona di cuore, piacevole e goliardica. Ha lavorato tanto, ma si è anche divertito. La vita l’ha vissuta appieno, andava a cavallo e amava la natura. Poi l’ictus, causato forse dallo stress, lo ha paralizzato, non si è mai ripreso del tutto». Oltre a Luca, Lino Morgan lascia la figlia Marta, il fratello Alberto, le sorelle Gabri e Luisa. (adp)

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