Addio a Franco Bomprezzi, voce e cuore delle battaglie dei disabili

Giornalista per decenni del Mattino di Padova, per 5 anni consigliere comunale a Palazzo Moroni, si è spento a 62 anni. Era ricoverato da tempo in ospedale per una embolia polmonare. Presidente della Ledha, direttore di pubblicazioni che affrontano i temi della disabilità, era stato nominato cavaliere del lavoro da Napolitano e aveva ricevuto l'Ambrogino d'Oro dal sindaco di Milano Albertini
Franco Bomprezzi con un gruppo di celebrità che sostengono Telethon
Franco Bomprezzi con un gruppo di celebrità che sostengono Telethon

PADOVA. È stato per tantissimi anni l'immagine della lotta alla disabilità, delle quotidiane difficoltà di chi vive su una sedia a rotelle ma si impegna per abbattere le barriere fisiche e mentali nei confronti delle persone disabili. Franco Bomprezzi, per decenni giornalista del Mattino di Padova, è morto a 62 anni, a Milano, alla fine di un lungo ricovero in ospedale per una embolia polmonare.

Era affetto sin dalla nascita da osteogenosi imperfetta, ma questo non gli ha impedito una lunga carriera come giornalista e scrittore: dagli esordi al Resto del Carlino al Mattino di Padova, dove per anni è stato capocronista, fino alla redazione milanese dell'Agr e alla direzione di riviste legate ai temi della disabilità, ai blog e al ruolo, ricoperto fino alla fine, di presidente e portavoce della Ledha, la Lega per i diritti dei disabili.

Bomprezzi non aveva esitato a portare avanti la sua battaglia anche con l'impegno politico: a Padova è stato consigliere comunale (eletto nelle liste Psdi con 199 preferenze) dal '75 all'80. E per consentirgli l'accesso a Palazzo Moroni, sede del Comune di Padova, sulla scalinata venne finalmente installata l'apparecchiatura per il sollevamento delle persone con problemi di miobilità, in modo da rendere il municipio finalmente e veramente aperto a tutti.

Negli ultimi anni, Franco Bomprezzi ha concentrato la sua attività, che ha avuto molti riconoscimenti: nel 2007 il presidente Giorgio Napolitano lo aveva nominato cavaliere della Repubblica, due anni prima il Comune di Milano gli aveva conferito l'Ambrogino d'oro. Con la vittoria elettorale di Giuliano Pisapia era stato nominato consulente per le politiche sulla disabilità, lasciando l'incarico dopo un anno, ma senza interrompere i rapporti con l'amministrazione e la presenza nella Casa dei diritti di via De Amicis, che oggi festeggia un anno di apertura e lo ricorderà.

Ancora sabato sera, durante la maratona Telethon, era stato intervistato in ospedale, nel centro clinico Nemo del Niguarda: il suo era stato un invito a donare fondi per la ricerca sulle malattie genetiche, fatto avendo davanti il computer con cui ha lavorato sino alla fine, rispondendo anche ai tanti amici che su Facebook lo incoraggiavano. A loro aveva risposto in uno degli ultimi post, combattente fino in fondo: "Non abbiate paura, non vi mollo. Venceremos!"

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso