Accordo all’Alpipress Salvi 70 posti di lavoro

Firmato il contratto di solidarietà per 18 dipendenti delle lavorazioni meccaniche L’intesa che durerà un anno permetterà che la produzione non sarà interrotta

FONTANELLE. Sospiro di sollievo per i 70 dipendenti dell’Alpipress di Fontanelle. Il 17 settembre scorso è arrivata la tanto sospirata firma sul contratto di solidarietà, che resterà in vigore per un anno. Un contratto che sancisce la riduzione dell’orario di lavoro ma permette il salvataggio dell’occupazione: nessun dipendente resterà a casa. Peraltro, solo 18 dei 70 dipendenti dovranno sottostare al contratto di solidarietà. Si tratta degli operai del reparto lavorazioni meccaniche, quello più colpito dalla crisi che ha iniziato a mordere anche Alpipress dal 2010. Lavoreranno, a rotazione, a settimane alterne, percependo comunque un salario più elevato rispetto agli ammortizzatori sociali tradizionali, e solo per il periodo di tempo necessario a riportare la produzione a pieno regime, confidando anche nell’aumento delle commesse. L’orario ridotto può non essere utilizzato nel caso di effettive esigenze di produzione. E qualche segnale di ripresa, in questi giorni, è arrivato: ci sono commesse da clienti esteri, anche per un settore in crisi nera come quello dell’automobile. Addirittura, l’azienda avrebbe rivelato alle parti sociali di voler assumere giovani apprendisti operai. Alpipress, da oltre trent’anni, è specializzata nel settore della pressofusione. Fornisce getti in leghe di alluminio e magnesio ad altre aziende che operano nel settore motoristico e degli elettrodomestici. Ha vissuto il momento più critico nel 2010. Tornate di cassa integrazione ordinaria e straordinaria, anche se non sempre utilizzate a pieno regime, hanno messo in ambasce i 15 impiegati e una settantina di operai. I titolari, una famiglia del coneglianese, arrivarono a negoziare con Cgil un accordo di mobilità volontaria, in base al quale 26 lavoratori in esubero avrebbero gradualmente lasciato il posto di lavoro. Una decina di loro è uscita subito su base volontaria, altri due hanno chiesto un’aspettativa per motivi familiari. L’emorragia di posti di lavoro, per fortuna, si è subito fermata. L’ultima cassa integrazione ordinaria è stata firmata a febbraio 2012, ma ad esclusione di qualche venerdì, non è stata utilizzata. «Il contratto di solidarietà è un ottimo strumento, a mio parere usato troppo poco in altre crisi aziendali» sottolinea Enrico Botter di Cgil, che ha seguito le ultime fasi della vertenza dopo la sua collega Simonetta Cais. «In questo caso ha collaborato anche Unindustria, salvando l’occupazione in un reparto delicato. Per le aziende, il contratto di solidarietà porta anche vantaggi contributivi».

Andrea De Polo

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