Accoglienza profughi, la caserma Zanusso di Oderzo chiuderà

Il sindaco di Oderzo Maria Scardellato conferma le parole del prefetto Laganà ma lancia l’allarme lavoro: «Sono preoccupata per la regolarità dei contratti»
DE MARCHI AG.FOTOFILM ODERZO IL PREFETTO LEGA E IL SINDACO M. SCARDELLATO ALLA CASERMA ZANUSSO
DE MARCHI AG.FOTOFILM ODERZO IL PREFETTO LEGA E IL SINDACO M. SCARDELLATO ALLA CASERMA ZANUSSO

ODERZO. La chiusura della caserma Zanusso non è più un argomento tabù. A sdoganarlo ci ha pensato proprio il prefetto Maria Rosaria Laganà, che ha parlato dell’ipotesi di chiusura dei centri di accoglienza straordinari aperti negli anni scorsi nella caserma Serena di Casier e Treviso e nella Zanusso di Oderzo.

Il prefetto nei giorni scorsi ha svolto un sopralluogo in entrambi i centri e, pur non annunciando la data in cui inizierà lo svuotamento delle due caserme, ha spiegato di voler iniziare ad alleggerire la Marca partendo dall’hub opitergino: «A differenza della Serena, la Zanusso è fornita ancora da tensostrutture», spiega la sindaca Maria Scardellato, che ha accompagnato il prefetto durante il suo sopralluogo.

Dopo l’incontro, il prefetto ha fatto sapere al Comune che ad oggi sono 261 i richiedenti asilo ospitati all’interno del centro opitergino, in nettissima diminuzione rispetto alle cifre registrare alcuni mesi fa quando quella cifra sfiorava le 500 unità: «Siamo in fiduciosa attesa», continua il primo cittadino. «A me i dormitori la settimana scorsa sono sembrati strapieni, ma Nova Facility ci ha spiegato che erano molto meno pieni rispetto ai mesi scorsi». Scardellato dice di nutrire piena fiducia nei confronti del Ministero dell’Interno e del ministro Matteo Salvini, ma spiega di non aver fretta di risolvere la questione del futuro utilizzo dell’area, uno dei temi più caldi della campagna elettorale di due anni fa.

La sindaca però si dimostra meno tranquilla quando parla delle problematiche inerenti i legami fra i richiedenti asilo e il mondo del lavoro. Oltre i due terzi dei richiedenti ospitati a Oderzo lavorano nelle imprese del territorio e nel comparto agricolo: la sindaca teme che, accanto a molte situazioni lavorative linde e inattaccabili, qualcuno cerchi di fare il furbo: «Nutro qualche preoccupazione sulla regolarità di alcuni contratti di lavoro. Molti richiedenti sono stati assunti nel comparto agricolo con contratti stagionali, bisogna vigilare sul sistema che regola questo settore».

Il bersaglio non è certo Nova Facility, la srl che ha in gestione i centri di Oderzo e Treviso, ma alcuni datori di lavoro la cui posizione sarebbe, agli occhi del primo cittadino di Oderzo, quantomeno sospetta: «Bisogna controllare alcuni imprenditori: chi offre loro la manodopera, quanto guadagnano i richiedenti, gli imprenditori percepiscono qualcosa?», sono le domande che rivolge la sindaca.

Maria Scardellato non pronuncia mai la parola “caporalato”, ma gli indizi portano a ritenere che sia proprio quello il suo bersaglio: «Non so se sia caporalato, dico solo che gli organi competenti devono controllare per bene queste situazioni anche e soprattutto quando i centri della Marca verranno chiusi: i richiedenti che resteranno nel nostro territorio potrebbero essere comunque sfruttati», è l’allarme lanciato dalla sindaca, che già in passato aveva chiesto alla Prefettura di mobilitarsi su questo fronte ottenendo solo complete rassicurazioni.

Era fine agosto quand’è scoppiato il caso che vedeva centinaia di immigrati ospitati nei centri d’accoglienza impegnati nella vendemmia. Nella caserma Zanusso erano 200 i contratti di lavoro siglati: «Il 70% di questi in agricoltura, soprattutto stagionale, gli altri in fabbrica o con contratti interinali anche brevissimi, ma tutti in regola», aveva spiegato Carmen Cibin, direttrice del centro alla Zanusso. Una settantina su 380 invece i migranti della Serena al lavoro, soprattutto nella ristorazione.

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