Abbazia di Nervesa, arriva il tariffario per sposi e feste

NERVESA. Ora che è stata restaurata, sai che bello scattare lì le foto del matrimonio. Fanno 150 euro con regolare fattura, grazie. L’abbazia di Sant’Eustachio a Nervesa, perla medievale curata e guarita dal mal d’abbandono grazie al restauro della Giusti Wine, avrà ora un tariffario vero e proprio. Le semplici visite rimangono gratuite, per il tutto il resto c’è la carta di credito, come direbbe un noto spot. Per vedere il museo interno si pagherà (sarà gratis solo un giorno la settimana), così come bisognerà aprire il portafoglio per utilizzarla come set fotografico per matrimoni, o per altri eventi privati.
Farà discutere, la scelta. Si tratta di un normale rientro economico, secondo l’azienda: la Giusti Wine ha investito un milione e 700 mila euro per il restauro dell’abbazia in cambio della concesssione - da parte del Comune - degli spazi, del marchio e dei diritti d’immagine per ottant’anni. Mecenatismo interessato, insomma: i resti di quella meraviglia architettonica diventano il biglietto da visita dell’azienda, da abbinare anche a visite e shopping in cantina. Tutto lecito e alla luce del sole, con tanto di bando di gara aperto.
A sollevare il caso però è stato un giornalista freelance che ha chiesto di poter girare un videoservizio sull’abbazia: dall’azienda vinicola di Ermenegildo Giusti gli hanno chiesto di pagare. Armando Guizzo, architetto che ha seguito i lavori di restauro conservativo, spiega il perché: «Rai Storia è stata da noi un paio di settimane fa per girare un documentario che andrà in onda in ottobre, e ovviamente li abbiamo ospitati senza chiedere nulla - spiega Guizzo - ma nei giorni scorsi ci ha presentato un’altra richiesta un giornalista che si è qualificato come “della Rai”, chiedendo di girare un servizio sulla Grande guerra. Ci è sembrato strano ma gli abbiamo chiesto di mandarci una richiesta su carta intestata Rai, al che ci ha detto di essere un freelance e di voler vendere poi il servizio. A questo punto, trattandosi di una attività di tipo economico, gli abbiamo detto che avrebbe dovuto pagare».
Il rientro economico dell’investimento, insomma, passa inevitabilmente per un tariffario. Fatti i cosiddetti conti della serva, senza interessi inflazione eccetera, un milione e settecentomila euro di investimento in ottant’anni di concessione si recuperano incassandone circa 21 mila ogni anno. «Ma per arrivare a quella somma netta ne servono molti di più, basti pensare alle spese che avremo di manutenzione e per il personale che terrà aperto il sito. Per questo stiamo mettendo a punto il tariffario - spiega ancora l’architetto - con una tariffa ipotetica di 150/200 euro per usare l’abbazia come set fotografico e un biglietto per visitare il museo, non so ancora se sarà di quattro, cinque o sei euro».
Ma se domani viene la Cnn per un servizio lo farà gratis, come la Rai? «Certo, per noi è utile anche dal punto di vista della promozione. A luglio l’abbazia diventerà il set di un film del regista Martin Campbell, che ha girato anche un film di 007 (Casino Royale, ndr), non chiediamo soldi: per noi è veicolo d’immagine straordinario, e poi l’allestimento è tutto a loro spese. Per altri eventi privati o matrimoni, invece, si pagherà». L’accesso turistico o per la classica passeggiata però rimane gratuito, vero? «Certo, chi passa e vuole vedere l’abbazia può farlo senza pagare, l’orario delle visite sarà dalle 9 alle 18.30». Perché business is business, ma tra quelle mura storiche è stato scritto pure il galateo, quindi un po’ di nobiltà d’animo è doverosa.
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