Abbattuto il cartello indicatore per i turisti l'antica Osteria Vallorch rischia la chiusura

Il cartello originale dell’Osteria Valorch
FREGONA.
Vita dura per gli esercizi commerciali di Pian Cansiglio. Il turismo è in calo: se poi si aggiunge anche la rimozione della cartellonistica pubblicitaria che serviva all'indicazione dei punti di ristorazione e la sua sostituzione con frecce segnaletiche di dimensioni minime, non bisogna stupirsi se poi qualche esercizio commerciale rischia di chiudere i battenti. E' il caso - ma non il solo - dell' «Osteria Vallorch» di Aldo Bruno Azzalini, uno dei più antichi luoghi di ristorazione dell'Altopiano. Fondata ancora agli inizi dell'Ottocento dal bisnonno di Aldo, ha sempre rappresentato un punto di incontro. Ancor oggi è un luogo ove il turista può degustare la cucina e le specialità tipiche. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'osteria, insieme a tutto l'abitato di Vallorch, fu investita dal rastrellamento operato dai tedeschi che bruciarono buona parte degli edifici, requisirono il bestiame e imprigionarono donne e bambini. Lo stesso Aldo Bruno Azzalini, che a quel tempo militava nelle formazioni partigiane della «Cairoli» (Gruppo Brigate Vittorio Veneto) a stento sfuggì alla cattura e alla morte. Nel dopoguerra, con la ricostruzione del villaggio ad opera dei proprietari cimbri, anche l'osteria ritornò in attività. Negli anni Sessanta Aldo Bruno Azzalini ebbe l'autorizzazione dal Comando Forestale, di apporre sulla statale una tabella informativa con l'indicazione dell'esercizio. Poi sono venuti gli anni della crisi del turismo, e, dulcis in fundo alla fine del 2010, la «mazzata finale»: e cioè la rimozione della vecchia cartellonistica decisa dal nuovo ente gestore della foresta, Veneto Agricoltura, che ha provveduto a sostituirla con un'irrisoria freccia delle dimensioni di 60x15. centimetri. Morale della favola: conti alla mano l'esercizio ha fatto registrare, a partire dalla sostituzione della cartellonistica, un consistente calo dl fatturato. «E poi ci si stupisce - conclude Azzalini - se qualche esercizio decide di chiudere definitivamente i battenti.
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