A Treviso tornano alla luce le reliquie di Santa Pulcheria, protettrice dalle pandemie

 Le reliquie dimenticate saranno restituite al culto dei fedeli. Santa Pulcheria «viene invocata in questi tempi di pandemia da corona virus, perché protegga l'umanità dall'ottava piaga d'Egitto di memoria dell'Antico Testamento»

MOGLIANO. C’è il via libera dei proprietari privati per mettere finalmente in salvo le antiche reliquie di Santa Pulcheria: «Sul piano religioso, la sua protezione» spiega il legale della parrocchia di Campocroce, Primo Michielan «viene invocata in questi tempi di pandemia da corona virus, perché protegga l'umanità dall'ottava piaga d'Egitto di memoria dell'Antico Testamento».

La traslazione della salma dall’oratorio di villa Rigamonti alla vicina chiesa parrocchiale di Campocroce, intitolata a San Teonisto e compagni Martiri, è ormai cosa fatta. Superata l’emergenza si potrà ospitare in una nuova sede finalmente accessibile ai devoti.

A rendere noto la nuova, e imminente, destinazione delle reliquie è l’avvocato Primo Michielan, che negli ultimi mesi, a partire dal giugno dell’anno scorso, si è prodigato per conto della locale parrocchia nell’agevolarne non solo la messa in sicurezza ma anche una nuova rivalutazione dal profilo storico e religioso. «Nell’ambito dell’opera di restauro in corso di completamento della chiesa di Campocroce» fa sapere il legale moglianese, esperto in diritto amministrativo, ambientale e storico-culturale «è stato già predisposto un adeguato luogo di custodia e conservazione per questo importante reperto, oggetto di culto cattolico».

Quella di Santa Pulcheria è una storia che affiora dopo un profondo oblio e che ha impegnato lo studio Michielan, assieme a Don Elio Girotto, in un’attività di riscoperta delle antiche tradizioni. Santa Pulcheria è una figura storica, fu imperatrice dell'impero romano d'Oriente dal 414, morì nel 453 d.C.

La sua salma, stando alle ricostruzioni documentarie, è a Campocroce dal 1672 come dono del cardinale Gaspare Carpegna alla nobil donna Maddalena Donà delle Rose all’interno dell’oratorio della villa di famiglia, oggi scomparsa.

Le reliquie (provenienti originariamente dalle catacombe romane di Priscilla) furono traslate infine nell’oratorio di villa Rigamonti nel 1799 in forma solenne.

Qui sono rimasta fino ad oggi. «All’inizio del ‘900» spiega Michielan «nel territorio vi era un profondo culto nei confronti di Santa Pulcheria, protettrice in particolare dalla siccità a garanzia della fertilità delle terre coltivate, e anche dalle pandemie. Viene celebrata anche in un componimento poetico del poeta locale Lino Caccin dal titolo “La Procession de Santa Pulcheria del giugno 1901”». 

Se è del giugno scorso la richiesta di offrire nuove occasioni di venerazione alle reliquie, ospitandole in un luogo accessibile, molto più recente, del 20 marzo scorso, è il nulla osta da parte del liquidatore Francesco Loero per conto della società Agricola Prima, proprietaria di villa Rigamonti e dell’annesso oratorio che ancora custodisce le reliquie e che, stando alle recenti ispezioni della polizia locale, sarebbe anche recentemente stato violato da incursioni di persone non autorizzate.

«Il nostro auspicio» conclude Michielan «è di poter celebrare in forma solenne, nel giorno del Redentore, oppure il 10 settembre, giorno in cui viene ricordata nel martirologio romano, la sua traslazione con una processione che coinvolga l’intera comunità moglianese».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso