A Treviso il chimico denuncia la presenza di «acqua inquinata» e l'Ats lo querela

Treviso. Presentò un esposto alla magistratura, ora M5s chiede alla Regione di fare chiarezza. E Ats accusa: «Procurato allarme»
Zago agenzia foto film treviso sede ats via lancieri novara
Zago agenzia foto film treviso sede ats via lancieri novara

TREVISO. Primo atto. Un chimico veneziano presenta un esposto alla magistratura, per denunciare il “taroccamento” dei controlli sull’acqua erogata dal consorzio Ats-Alto Trevigiano Servizi, che raggruppa 53 comuni della Destra Piave (più alcuni bellunesi). In particolare l’alterazione dei dati, nel 2014, sulla presenza di metalli pesanti, e anomalie tecniche e procedurali avvenute nel laboratorio specializzato Giusto di Oderzo. E ne dà notizia nei giorni scorsi il sito vicentino Vvox.

Secondo atto. La consigliera regionale Patrizia Bartelle (Movimento 5 stelle) chiede ieri alla giunta Zaia di «intervenire immediatamente e di relazionare in aula, con gli assessori competenti», per «fare chiarezza e rilevare ogni possibile effetto sulla salute dei cittadini». Ed è caso politico, perché a ruota anche Andrea Zanoni (Pd) e Cristina Guarda (civica Moretti), invocavano «chiarezza da parte di tutte le autorità, in primis dalla giunta Zaia, ma anche da Ats che non è ancora intervenuta in questi giorni (fino a ieri ndr), sollecitando la Procura di Treviso a dare informazioni sullo stato delle indagini». Ai tre ha replicato Silvia Rizzotto, capogruppo di Lista Zaia: «Inaccettabili, gravi e scorretti questi allarmismi, sin qui infondati l’esposto è del 2014, nessun’azione è stata intrapresa dalle autorità in tutto questo arco di tempo: se qualcuno sa, si rivolga alla Procura, non alla Regione, non si può fare gli avvoltoi sulla salute dei cittadini» . E definisce «seria e corretta» la gestione di Ats, che «deve tutelarsi da ogni attacco, specie se pregiudica la tranquillità degli utenti».

Terzo (e quarto) atto. Ats replica in maniera durissima: «Bufale di prima categoria. Denunceremo il chimico per procurato allarme». Antonio Pelagatti era stato assunto per alcuni mesi dallo studio opitergino Giusto, cui Ats aveva affidato le analisi. E lo stesso laboratorio parla di «falsità assolute», annunciando analoghe querele. «Gli stessi esami affidati al laboratorio di Oderzo sono stati appaltati anche a un altro laboratorio, per avere un doppio riscontro», puntualizza indignato Roberto Durigon, ingegnere, direttore di Ats, «con esiti assolutamente identici. E sottolinea come i nostri campioni siano analizzati anche dagli appositi servizi di ben 5 Usl: Feltre, Bassano, e le tre della nostra provincia , oggi unite nell’Usl 2».

Da un lato, dunque l’esposto di Pelagatti. «Ho visto pratiche scorrette dal punto di vista etico e normativo con cadenza quotidiana, perché supportate dalla direzione dell’azienda». E parla di «pacchetti analitici artefatti per i test compiuti sulle acque in Destra Piave», di «dati inventati da un tecnico per motivi di tempo, sulle presenza dei metalli pesanti» e cita in dettaglio «Pcb, Ipa, solventi azotati, clorurati». Ma ci sarebbero state anche anomalie nei controlli sugli ospedali, perché Pelagatti denunciava la presenza di gas anestetici sui campioni presi in diverse cliniche e ospedali del Veneto centrale (nella Marca, Vittorio e il De Gironcoli di Conegliano, ma anche la clinica di Monastier), perché «effettuati con strumenti tecnici non adatti ad ambienti ospedalieri ma promiscui, mai puliti, con tutti i rischi sanitari connessi».

L’uomo sarebbe stato ascoltato due volte dal Nas, l’ultima nel 2016. «Ma in tutti questi anni non è mai stato disposto alcun provvedimento né alcun procedura di indagine da parte di magistratura e Noe nei nostri confronti», fanno rilevare ai Ats, «Pelagatti, peraltro, non aveva visto rinnovato il contratto con il laboratori di Oderzo, e perse la causa di lavoro da lui intentata successivamente».

Dal canto suo, Pelagatti si dice, sul sito vicentino Vvox, «stupefatto che la magistratura non si sia ancora mai fatta viva con me».

Durissime le reazioni di Giovanni Giusto, titolare dell’omonimo laboratorio di Oderzo: «La mia società opera sin dalla nascita, 40 anni fa, nel rispetto della legge: sono accuse totalmente false, che ledono gravemente l’immagine e la reputazione dei laboratori, della direzione e dei dipendenti». Di qui le iniziative legali.

Ats – il cui cda è presieduto dal neo onorevole forzista Raffaele Baratto, mentre l’ad è Pierpaolo Florian – ha dato mandato al direttore Roberto Durigon di querelare Pelagatti, per «procurato allarme».
 

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