A Treviso a casa decine di bimbi non vaccinati

TREVISO. Decine di bambini non vaccinati tenuti a casa dalla scuola materna per volontà dei loro genitori. Magari per prendersi ancora qualche ora di tempo, e presentarsi all’asilo la settimana prossima con l’appuntamento per la vaccinazione. Oppure, come sospetta la Fism, per precisa volontà di non rispettare la normativa sui vaccini.
Ieri era un giorno cruciale per quanto riguarda il braccio di ferro tra istituti e famiglie: ufficialmente, le scuole materne avrebbero dovuto segnalare formalmente gli irregolari (circa 300 bimbi nella Marca) tramite comunicazione al sindaco o ai carabinieri del comune di residenza. I presidi invece hanno sposato la linea morbida, scegliendo di non lasciare fuori nessuno dei bambini sprovvisti di vaccinazione, né sono partite segnalazioni ufficiali di alcun tipo. Le mamme e i papà, in un certo senso, hanno fatto da soli e hanno “auto-sospeso” il bambino: decine di assenze, ieri, in asili nido e scuole materne.
«La normativa è chiara: entro il 30 aprile bisognava portare la documentazione relativa alla vaccinazione o, in alternativa, all’appuntamento per farla» spiega Stefano Cecchin, presidente regionale della Fism, «chi non consegna nulla non può far accedere alla struttura il figlio da zero a sei anni». Ieri sarebbe toccato ai presidi segnalare al sindaco o ai carabinieri gli “irregolari”
. Non è avvenuto. Al massimo, ma è un fenomeno difficile da intercettare, ci sono state comunicazioni informali fra la scuola e le famiglie, al fine di persuadere i genitori ad adempiere agli obblighi di legge. «Mi risulta che i gestori delle scuole non abbiano lasciato fuori nessuno, si sono presi ancora qualche giorno di tempo sperando che arrivi la documentazione richiesta» conferma Cecchin. Il fenomeno che si è verificato è un altro: «I genitori hanno tenuto a casa i figli di loro spontanea volontà. Decine di casi, all’interno di quei trecento ancora privi di documenti, devono ancora tornare dal ponte festivo. Mi auguro che stiano prendendo tempo, almeno per prenotare l’appuntamento».
L’impressione, ituttavia, è che molti rischino di non tornarci proprio, all’asilo: «È già successo nei mesi scorsi. Da quando è stato reintrodotto l’obbligo vaccinale, qualcuno ha rinunciato definitivamente alla frequenza. Si tengono i bambini a casa o li portano dai nonni al posto di frequentare l’asilo. Una formazione tutta domestica per evitare di doversi conformare ai regolamenti». Un problema non di poco conto, poiché combinato al calo delle nascite e alla crisi economica in cui versano da anni gli asili rischia di trascinare in una spirale pericolosa le scuole materne e i loro dipendenti. Ora occhi puntati su lunedì: è verosimile, spiega Fism, che le scuole saranno meno morbide, e davvero inizieranno a segnalare gli irregolari alle autorità.
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