A Pieve di Soligo lo stadio s’illumina solo per chi gioca a calcio

Pieve di Soligo. Decine di podisti costretti ad allenarsi al buio su ciò che resta della pista d’atletica. Runners e dirigenti: situazione sconfortante, basterebbe un po’ di buona volontà

PIEVE DI SOLIGO. Luci accese solo per il calcio allo stadio “Raffaele D’Agostin” di Pieve di Soligo. Monta la protesta del popolo dei runners costretti a girare sui resti del tartan (il tracciato, in pratica, non esiste più, corroso dal tempo) della pista d’atletica al buio. “Non siamo sportivi di serie B” reclamano. Sono sempre più numerosi e le loro esigenze sono davvero minime. Molti si allenano dopo lavoro, nelle ore serali senza fare delle condizioni meteo, un limite.

«Capita per la maggior parte di noi – spiega il pievigino Alex, runner per passione – di dover uscire per correre verso sera. Nessun problema d’estate quando le giornate sono lunghe, ma più complicato d’inverno con il buio presto. Lungo le strade non è spesso sicuro e trovare dei percorsi adatti, illuminati a sufficienza, dove potersi allenare in tranquillità senza il timore di essere investiti dalle auto, non è sempre facile.

Dunque tante volte si preferisce scegliere la certezza offerta dalla pista di atletica che si pensa essere un luogo più sicuro e agevole. Purtroppo a Pieve non è così». Dello stesso parere gli altri podisti che lamentano il buio serale alla pista di atletica di via Stadio. «L’unico ingresso aperto è uno secondario non illuminato – racconta Silvia, residente a Pieve di Soligo – e dentro è talmente buio che non si riesce a sentirsi al sicuro. L’ultima volta sono entrata in pista perché ho visto altri runners, altrimenti me ne sarei andata».

Aperto durante la settimana fino alle 20, lo stadio pievigino deve rispondere alle esigenze dell’utenza dell’intero Quartier del Piave. A pochi metri, sullo stesso comprensorio, sorge il nuovo palazzetto dello sport. «Appena più in là della pista di atletica – aggiunge Alex – ci sono le luci a led che illuminano l’ultimo tratto della nuova costruzione, ma non sono sufficienti per fare luce anche alla pista». Da molti anni sulla pista di via Stadio si allenano i giovani dell’Atletica Sernaglia, in una situazione che, la loro allenatrice Adriana Bressan, non nasconde essere sconfortante.

«Da ottobre a marzo – conferma Bressan – i ragazzi devono correre al buio. Cerco di farli stare sempre sullo stesso tratto, in modo da non dover andare in cerca di loro per tutta la pista perché non li vedo. I dati sul cronometro devo leggerli facendo luce con il cellulare perché non c’è nemmeno un angolo illuminato. Avevo già chiesto che si potesse accendere almeno un lampione e la concessione mi era stata data. Peccato però che i locali dove si trovano gli interruttori siano sempre chiusi a chiave. Ogni tanto mi prende lo sconforto, soprattutto quando penso che basterebbe solo un po’ di buona volontà per una gestione migliore».
 

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