«A Oderzo e Motta arrivano due Case di comunità»

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Due Case di comunità e il rifacimento dell’ospedale di Oderzo: questi i prossimi progetti dell’Ulss 2 nel comprensorio dell’Opitergino Mottense. Durante il convegno annuale a Motta di Livenza degli “Amici del Cuore”,che conta 300 associati, il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, ha annunciato i prossimi progetti nel territorio. «Il Pnrr è una fonte di risorse, la Regione Veneto sta correndo per ottenere i finanziamenti e noi abbiamo già presentato il nostro piano - ha spiegato il direttore Benazzi - Tra i punti principali vi sono le Case di comunità, nel nostro territorio ve ne sono 19 e ne verranno realizzate altre due: una all’interno dell’Ospedale riabilitativo di alta specializzazione a Motta e l’altra nel nuovo complesso ospedaliero di Oderzo».
Le Case di comunità sono strutture in cui si trovano i servizi sanitari di base, come: il medico di medicina generale e i pediatri che lavorano in équipe, in collaborazione con gli infermieri di famiglia, gli specialisti ambulatoriali e gli altri professionisti sanitari quali logopedisti, fisioterapisti, dietologi e tecnici della riabilitazione. «Sono il centro dove si riuniscono le diverse figure del campo della sanità, puntiamo ad inserire anche gli assistenti sociali dei diversi Comuni per portare alla luce situazioni di criticità che l’Ulss non conosce, un modo di fare rete con il territorio - ha proseguito Benazzi - Tra i ruoli più importanti ed innovativi vi è l’infermiere di famiglia: si tratta della figura che si occuperà delle cure tramite percorsi diagnostici e terapeutici per le persone a domicilio. Il costo di intervento per la realizzazione della casa di comunità all’interno di Oras è di 2 milioni e 700 mila euro, mentre a Oderzo per la riqualificazione dell’ospedale verranno investiti ben 27 milioni di euro. Tra gli interventi verranno edificate nuove sale operatorie, la Casa di comunità, la sistemazione del Pronto soccorso, un piano dedicato alla cardiologia e due alla degenza».
«Un'opportunità per il nostro territorio per migliorare i servizi alla persona della fascia di popolazione più in difficoltà - ha sottolineato il primo cittadino di Motta, Alessandro Righi - Un servizio che mancava e che potrà dare un sollievo alle criticità con la quale molte famiglie ogni giorno si scontrano». Non è mancata da parte della dottoressa Orianna Romanello, nuovo amministratore delegato di Oras, una riflessione sul bisogno di personale da parte della struttura. «È vero che non ci sono infermieri, medici e tra poco mancano anche oss, sicuramente il territorio è il primo fornitore di personale. Bisogna anche avere capacità di attrarre professionisti da fuori tramite l’innovazione tecnologica e strutturale. Sicuramente, in questo senso, il piano nazionale ci darà un assist importante. Però bisogna saperlo cogliere» . —
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