A Cappella Maggiore l’ultima festa dell’Unità

A Cappella Maggiore si è concluso lo storico appuntamento del popolo rosso «Qui sono tutti i benvenuti, tra Prosecco e costicine». Timori per l’edizione 2018
Ferrazza Cappella Maggiore Volontari al lavoro alla festa dell'unità
Ferrazza Cappella Maggiore Volontari al lavoro alla festa dell'unità

CAPPELLA MAGGIORE. Si è conclusa domenica sera la festa dell’Unità di Cappella Maggiore, come sempre con un grande successo di pubblico nonostante i bollettini che annunciavano bombe d’acqua. Basti pensare ai più di mille pasti che possono essere somministrati ogni sera.

Festa non solo della sinistra tradizionale ma anche di chi si sente vicino ad altre formazioni politiche e condivide il clima di serenità che si respira all’ombra delle bandiere rosse. Bandiere che hanno garrito anche quest’anno; le sole. «Questa, infatti, è una festa esclusivamente di popolo. Come è sempre stata e come continuerà ad essere», tiene a far sapere Gianfranco Candossin, coordinatore del gruppo che gestisce l’importante appuntamento e referente del Pd di Cappella Maggiore.

Ferrazza Cappella Maggiore Volontari al lavoro alla festa dell'unità
Ferrazza Cappella Maggiore Volontari al lavoro alla festa dell'unità


«La festa vuole essere ecumenica» spiega Giovanni Napol, che fa parte del consiglio direttivo della Fondazione “Treviso 2000”, fondazione che gestisce i beni dell’ex PCI e, tra questi, anche gli immobili e i terreni che in lunghi anni di impegno i volontari di Cappella Maggiore sono riusciti ad acquisire. Ben 150 sono le persone che mettono a disposizione il loro tempo per organizzare al meglio la festa; «c’è chi – precisa Candossin – vi lavora tutto l’anno, altri che rinunciano persino alle ferie».

Ferrazza Cappella Maggiore Volontari al lavoro alla festa dell'unità
Ferrazza Cappella Maggiore Volontari al lavoro alla festa dell'unità


Quello di quest’anno sarà l’ultimo appuntamento, come in tanti temono? Candossin quasi si arrabbia quando gli si pone la domanda. Lui vuol vedere avanti, si rende ben conto che ci sono dei problemi di compatibilità politica tra le varie anime della sinistra e proprio per questo è tutto proteso a previlegiare ciò che unisce piuttosto che ciò che divide. Certo è che la festa dell’Unità di Cappella Maggiore è rimasta l’unica nella sinistra Piave. Per ritrovarne un’altra bisogna salire sul Nevegal, a Belluno. Anche quella di Casale sul Sile, infatti, è stata annullata. «Questa, indubbiamente, è la festa più storica; ha origine, infatti, negli anni ’70» sottolinea, con orgoglio, Napol, «ed è un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere».

Ferrazza Cappella Maggiore Volontari al lavoro alla festa dell'unità
Ferrazza Cappella Maggiore Volontari al lavoro alla festa dell'unità


Il risultato politico più significativo, conseguito da questo appuntamento, è stato la conquista del Comune di Cappella Maggiore da parte della sinistra. «In questi giorni ho dormito solo due ore a notte» confida Candossin. Nottambuli, come lui, numerosi altri volontari, che danno ogni energia per ottenere il massimo dalla festa. E proprio qui, a Cappella Maggiore, è arrivata l’altra sera mezza Giunta comunale di Vittorio Veneto, accompagnata da altri componenti della maggioranza, per festeggiare lo sblocco dell’”incompiuta”, ossia Piazza Meschio. «E’ una festa sempre meno politica, anzi sempre meno partitica – puntualizza Augustin Breda, storico delegato Fiom di Electrolux, per lunghi anni volontario anche lui a Cappella –. Una festa sempre più popolare, dove però si hanno modo di apprezzare determinati valori che si stanno prendendo, in particolare quelli della partecipazione e della solidarietà». Non importa se i convegni e i confronti vivaci di un tempo non ci sono più o sono molto limitati. «Il confronto qui avviene tra le persone, serenamente, mangiando una costicina e bevendo un buon bicchiere di Prosecco» conclude Breda.
 

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