«Ma noi quando riapriremo? La politica si è dimenticata degli impianti al coperto»

la piscina
Dall’autunno le piscine hanno tenuto aperto solo per gli agonisti e gli atleti di interesse nazionale. Tutto il resto congelato. Tanto che al Natatorium di Treviso hanno calcolato mancati incassi per oltre un milione di euro nell’anno della pandemia. La riapertura delle vasche all’aperto è però dietro l’angolo, l’ultimo decreto l’ha fissata per il 15 maggio. Più tempo ci vorrà invece per gli impianti natatori al chiuso, “dimenticati” dal legislatore: Valentina Vezzali, sottosegretario con delega allo Sport, se ne sta interessando; possibile che si debba attendere il 1° giugno, stessa data stabilita per le palestre.
«Ho inviato una lettera al governatore Zaia e all’Anci, perché l’attuale decreto dimentica del tutto le piscine al chiuso», attacca Roberto Cognonato, presidente Federnuoto veneta e gestore del Natatorium di Santa Bona, «Ma aspettiamo pure chiarimenti sulle linee guida e sulla possibile riapertura degli spalti al pubblico».
Il numero uno della Fin regionale parteciperà al sit-in di domani mattina in piazzetta Aldo Moro, ma la protesta della sua federazione avrà pure altre forme: «Ho chiesto alle società di condividere sui social foto di atleti e allenatori, il tutto corredato dallo slogan #agireperreagire». Il 22 e 23 maggio tornerà a Santa Bona il Memorial Bettiol, ma intanto c’è poco da sorridere: «Alla riapertura tanti gestori rischiano di trovarsi senza liquidità. Gli ultimi sei mesi sono stati un bagno di sangue: le spese fisse sono rimaste al 100%, mentre gli impianti erano chiusi o aperti a pochi atleti. E gli aiuti è quasi come non ci fossero. Le società hanno dovuto indebitarsi per sopravvivere. Una situazione disastrosa, di totale abbandono. Con la triste sensazione che lo sport sia stato considerato qualcosa di marginale e accessorio».
Parole dure, per poi andare dritto al punto: «Per sette mesi di chiusura, ho preso 21 mila euro di ristori. Gli stessi percepiti per i due mesi di stop della primavera 2020: fate voi». Ma il fardello vero ha numeri a sei zeri: «Un milione di mancati incassi da febbraio 2020 per la nostra società di gestione. La cassa integrazione copre sei dipendenti, ma il grosso sono i collaboratori sportivi: dopo sette mesi senza lavoro, c’è chi ha preso altre strade». —
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