Zanin e gli 11 maturi «Cooperativa del gol Dovevamo ripartire»

Diego Zanin è uno che, beato lui, non si scompone mai. Imperturbabile e sereno anche nei momenti bui, figuratevi in quelli gioiosi. A chi gli fa notare che nella prima mezz’ora abbondante la sua squadra praticamente non s’è vista, così risponde: «I primi 35 minuti sono stati ottimi per la lettura del resto della partita». E’ vero: il Treviso, finita la fase di studio, ha alzato l’asticella dell’intensità, come faceva nel girone di andata. Poi, con un Torromino di queste dimensioni, tutto riesce più facile. «Di lui sono molto contento, uno dei protagonisti: ha dato tantissimo, è un esempio. Quest’anno lo vedo ancora più maturo. Però non dimentico i suoi compagni».
Ha ritrovato definitivamente la sua squadra? «Ma già con la Pro Patria avevo visto un ottimo Treviso. Oggi la squadra era vogliosa dei tre punti sapendo di affrontare l’avversario più in forma. Come la Pro, altra squadra esperta. Eccetto gli ultimi 20 minuti abbiamo avuto la tranquillità nel giocare la palla, determinazione e concentrazione: non abbiamo concesso tantissimo, mi pare. Venivamo da un periodo povero di punti e i ragazzi avevano speso molto: nel finale un po’ di frenesia c’è stata, ma ci lavoreremo». E’ un caso che con l’alzarsi della temperatura aumenta anche il rendimento del Treviso? «Credo di sì anche se, non essendo una squadra di giganti, è vero che l’agilità e la tecnica sono tra le nostre armi più efficaci. Propendo per una spiegazione psicologica: noi avevamo bisogno di questi tre punti per ritrovare fiducia in noi stessi». Quando segnano centrocampisti e difensori voi allenatori siete tanto contenti. «E lo sono anch’io. Ho dato fiducia ai due interni, che hanno forza e corsa e sanno anche segnare». Senza nulla togliere a Sartorello, Campironi è davvero un buon acquisto. «Si è presentato subito con la mentalità giusta: fin dai primi giorni ho intravisto in lui le caratteristiche di cui avevamo bisogno adesso. Ma non mi dimentico certo di Sartorello e nemmeno di Zattin».
Ed allora eccolo qui, Gianmarco Campironi. «Diciamo che è andata bene lunedì, poi essere confermati è sempre importante. La concorrenza porta sempre un maggiore impegno. Io cerco di fare del mio meglio». Come su quella paratissima sul 3-1. «Andare sul 3-2 sarebbe stato fastidioso ed immeritato: meglio così. Del resto è il mio lavoro, sono pagato per questo. Ma se il Treviso giocherà sempre in questa maniera possiamo dare fastidio a parecchie squadre».
Federico Maracchi, terza rete stagionale, è ancora una volta una grande conferma della forza dei singoli nella collettività. «Loro sono una bella squadra, stavano chiusi. Dopo il 2-0 però tutto si è messo nei binari giusti. Il calo finale ci sta, eravamo 3-0». Cos’è cambiato in voi? «Noi ci prepariamo sempre allo stesso modo con la stessa determinazione. Mah, ci sono gare in cui gira bene, altre meno».
Peppino Torromino da Crotone ha giocato con l’argento vivo addosso. «Venivo da una squalifica, avevo voglia di fare una grande partita, per me e tutta la squadra. Da quel periodo nero bisognava uscire assolutamente con una vittoria, e stavolta penso che si sia rivisto il grande Treviso a cui tutti c’eravamo abituati». (si.fo.)
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