Un lampo che brilla da 70 anni: la Fulgor

TREVIGNANO. Festeggia settant’anni la Fulgor Trevignano. Lo fa invitando, domani pomeriggio, al centro sportivo comunale, coloro che ne hanno segnato la storia: dirigenti, tecnici, giocatori, collaboratori, oltre alle autorità sportive e civiche.Fondata dal parroco di Signoressa, don Luigi Fruscalzo, nella primavera del 1946 prima ancora che l’Italia diventasse Repubblica, la Fulgor (lampo, splendore) è stata un punto di integrazione e di svago per ragazzi le cui famiglie pativano ancora i danni e le sofferenze provocati dalla guerra. Un ritorno alla vita e alla pace nel segno del calcio. Poi la società è cresciuta: ha iniziato partecipando ai campionati del Csi, poi, nel 1954, si è iscritta alla Figc, si è costruita un nuovo campo da gioco, a Signoressa, e nel 1962 è diventata società comunale.

In questi settant’anni la Fulgor ha conosciuto momenti esaltanti ed altri difficili, ma mai ha interrotto la sua attività. Eroici i primi periodi, quando Eugenio Viscomi, capostazione a Signoressa nonché presidente e allenatore, tra un treno e l’altro correva al campo per allenare i suoi ragazzi o si fiondava a Montebelluna per trattare con il presidente Umberto Favero l’acquisto o la cessione di un giocatore. Entusiasmante la conquista della prima coppa disciplina nel 1964 e ancor di più la promozione in Seconda nel 1970.

Quattro anni dopo è iniziata l’epoca d’oro della Fulgor, frattanto passata nel nuovo centro sportivo, quando Dino Gheller l’ha portata dalla Seconda alla Promozione (1980) abitata allora da squadroni come Cittadella, Belluno, Giorgione. E Pievigina contro la quale, capolista e imbattuta, la Fulgor giocò, a Pieve di Soligo, una delle sue gare più belle, vincendo per 3-0. Nel contempo era cresciuto di qualità il settore giovanile, con giocatori che arrivavano a Trevignano anche da paesi molto lontani. Gheller sceglieva i migliori e i risultati furono eccellenti.

Dopo l’epoca di Dino Gheller, la Fulgor non ha più raggiunto quei livelli. È rimasta per alcuni anni in promozione, disputando campionati onorevoli, poi è scesa sino alla terza categoria, da cui però ha saputo risalire, con fatica ma con dignità, e nell’ultima stagione ha guadagnato, con il quarto posto, l’accesso ai play-off di Prima. Una caratteristica è rimasta costante: tutti i presidenti, dai primi sino a quelli che si sono succeduti dopo Dino Gheller (Gino Pozzebon, Ettore Gheller, Ennio Filippetto sino a Livio Michielin che la guida da sedici anni) hanno prestato grande attenzione al settore giovanile.
Non è un caso che molti giocatori, partendo dalla Fulgor, siano saliti nelle categorie superiori, sino alla serie A e alla maglia azzurra. Il primo è stato Edoardo Orlando detto “Patàne”, che passò al Montebelluna, quindi al Padova e per diversi campionati in serie C e B fu il vero beniamino del pubblico di Cosenza.

Altri altri, cresciuti nella Fulgor, si sono affermati nel Monte, come Armando Bordin, Gianni Biancuzzi, il capitano della C2, e Angelo Visentin, punto di forza del Monte di Tiziano Tessariol. In serie B sono arrivati due ragazzi nati e cresciuti a Trevignano, Giampaolo Gheller con la Reggina e Paolo Simeoni con il Cittadella. Nutrita la schiera di quelli che hanno giocato in serie A ed hanno vestito anche la maglia azzurra delle giovanili: Renato Buso (Juve, Fiorentina, Samp, Napoli e Lazio) e Roberto Breda (Samp, Salernitana, Parma e Genoa) sono stati campioni d’Europa under 21 nel 1992. Anche Jonatan Binotto (Juve, Ascoli, Bologna, Inter, Brescia) è stato campione d’Europa under 21 (1996), ha partecipato ai Giochi del Mediterraneo nel 1997 ed è stato anche convocato da Zoff nella nazionale maggiore prima che un incidente di gioco ne compromettesse anzitempo la carriera. Patrizio Billio, passato al Milan via Montebelluna, ha giocato in serie A nel Verona, poi in Inghilterra e Scozia ed ora dirige l’Academy del Milan in Kuwait. Altri ragazzi hanno giocato in C e D o hanno ottenuto bei risultati nei settori giovanili di squadre di blasone, comprese Juventus e Milan.
Negli ultimi tempi la “cantera” della Fulgor si è inaridita, almeno rispetto ai decenni precedenti, però gran parte dei giocatori che hanno disputato l’ultimo torneo provengono dal settore giovanile Fulgor e molti sono nati e cresciuti a Trevignano. Quasi un ritorno alla origini. Resta comunque per la società la soddisfazione e l’orgoglio di aver allevato al calcio, più o meno alto, moltissimi ragazzi. Una storia lunga e bella, quella della Fulgor. Una storia da festeggiare. Buon compleanno, Fulgor.
Angelo Ceron
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