Modello Treviso Basket: «Il nostro segreto è il gruppo»
Il ds Simone Giofrè e il capitano Bruno Mascolo in redazione alla Tribuna. Mascolo: «Il girone di andata deve essere un punto di partenza, non siamo
del tutto soddisfatti». Per Giofrè l’obiettivo è confermare il carattere vincente visto finora proseguendo nel percorso di crescita tracciato sul parquet

Il ds e il capitano di Treviso protagonisti al Forum della Tribuna hanno tracciato un bilancio del girone d’andata appena finito. Alla base dei successi raggiunti dal club c’è la mentalità. Il team di coach Vitucci fa paura anche alle big del campionato.
Mascolo: «L’unità del gruppo è il valore che ci contraddistingue»
Bruno Mascolo, co-capitano di Treviso Basket, al giro di boa siete appena sotto la zona play-off e avete mancato per un soffio le Final Eight di Coppa Italia. Qual è il bilancio finora?
«Positivo, ma non ci accontentiamo. Il livello del campionato si è alzato, siamo partiti arrancando con tutte le difficoltà del caso: è vero che molti di noi avevano giocato assieme in altre piazze, ma dovevamo trovare la nostra identità nel nuovo contesto. Dopo l’inizio negativo ci siamo ripresi grazie alla forza del gruppo, abbiamo avuto diverse indisponibilità che non ci hanno permesso di allenarci al completo. Alla fine in partita va chi lotta in settimana, abbiamo uno zoccolo duro di veterani che si prendono le loro responsabilità».
A inizio anno l’obiettivo dichiarato era la salvezza, ma una vittoria contro Trieste vi avrebbe portati tra le prime 8, vi resta l’amaro in bocca?
«Abbiamo lasciato troppi punti per strada nelle prime gare, per come ci siamo ripresi meritavamo le Final Eight. Questo girone di andata deve essere un punto di partenza, non siamo del tutto soddisfatti».
Jordan Caroline sta colmando l’assenza di Osvaldas Olisevicius, vi sta mancando il contributo del lituano?
«Osi è il nostro leader offensivo, giocare con lui rende i compiti degli altri più facili, con il suo infortunio ci stiamo riarrangiando. Jordan ci darà una mano, ma Olisevicius resta fondamentale».

Prima ancora era entrato Francesco Pellegrino nel bel mezzo della stagione. Come si accoglie un nuovo compagno così in fretta?
«Come ho detto in precedenza, il gruppo è forte, siamo in grado di assorbire tutti. Metà del merito va anche a chi arriva da fuori: Ciccio è sempre stato educato e sorridente, Jordan è umile e disponibile. Sono due persone super, hanno reso molto più semplice il loro adattamento in squadra».
Venezia all’inizio, Tortona in mezzo e Brescia alla fine. La vittoria contro la Leonessa è solo l’ultimo colpo grosso del vostro girone di andata, e lei si è rivelato decisivo per TvB: si aspettava uno sgambetto simile?
«Sì, perché conosco il valore della nostra squadra. Ero certo che una volta entrati in campo avremmo fatto il nostro, siamo una squadra di agonisti. Anche Brescia avrebbe dovuto fare una partita gagliarda per batterci, perché noi approcciamo le partite per vincere contro chiunque. Abbiamo resistito e ce la siamo giocata fino alla fine, portando a casa la vittoria. Ma non è stata l’unica volta in cui abbiamo giocato a viso aperto e siamo rimasti dentro la partita».
Ci faccia altri esempi.
«Quello più recente è comunque calzante. A Varese abbiamo perso, ma nel quarto periodo siamo tornati a contatto dopo essere stati sul -16. Anche in quel caso non mi ero fatto prendere dal panico dentro di me, sapevo che dovevamo salire e volevo dare il mio contributo, ma non abbiamo mollato con la testa».
La svolta della vostra stagione coincide con la vittoria contro Scafati, poi avete inanellato cinque successi di fila. Ma dopo le cinque sconfitte di seguito iniziali come si sentiva?
«Appesantito, come è normale che sia quando perdi così tanto. Reagisci, non vuoi farti trasportare dalla corrente, ma già allora avevo fiducia nella squadra: mi confidavo raccontando del nostro valore, dovevamo trovare la svolta costruendo le gerarchie. Poi è arrivata».
Come descriverebbe questo radicale cambiamento di risultati?
«È un po’ come in partita, parlo a livello personale: mi accorgo che siamo sottotono e mi muovo per dare un input alla squadra. Piccoli gesti che danno energia ai compagni».
Avete riposto sempre fiducia in Vitucci?
«Sempre, non abbiamo mai dubitato di lui. Quando le cose vanno male lui trasmette serenità, non ho mai avuto un allenatore così bravo a gestire le difficoltà, lo pensa tutto il gruppo».
Contro Milano ha faticato per poi scatenarsi contro Brescia, è facile perdere la bussola da una settimana all’altra?
«Milano è difficile da affrontare, soprattutto a livello fisico. Bisogna essere bravi ad adattarsi, nella mia carriera mi è capitato spesso. L’anno scorso a Bologna sapevo che sarebbe stata tosta e ho fatto tanta panchina, soprattutto in Eurolega: mi porterò dentro per sempre le esperienze a contatto con i campioni della Virtus, hanno cambiato la visione del mio lavoro, sono più maturo».
Che rapporto ha con Ky Bowman?
«Abbiamo trovato un equilibrio in campo, fuori è una persona fantastica. Siamo complementari, ci troviamo ad occhi chiusi. Sono venuto a Treviso sapendo che avrei avuto un ruolo importante, me lo aveva promesso Giofrè: voglio fare la differenza nei minuti finali».
Pensa alla nazionale?
«Non dico nulla, sono scaramantico. È un sogno e un obiettivo, lavoro anche per quello». A Trento troverete una capolista in flessione.
«Abbiamo metabolizzato la sconfitta dell’andata, andiamo là per fare il nostro. Conosciamo le loro qualità, ce la giocheremo senza paura».
Giofrè: «Siamo soddisfatti ora la parola chiave è migliorare»
Simone Giofrè, direttore sportivo di Treviso Basket, siete soddisfatti di quanto raccolto nel girone d’andata appena concluso?
«Partiamo da una premessa, su quindici partite disputate quasi mai abbiamo potuto svolgere una adeguata preparazione. In totale abbiamo registrato sedici assenze, in media sono mancati uno o due giocatori per ogni seduta in palestra e, come è noto, la gara è il risultato del lavoro settimanale.
Alla luce di queste premesse possiamo dire che siamo abbastanza contenti, d’altronde nei confronti con le avversarie della nostra fascia il bilancio è di quattro vittorie e due sconfitte. Certo, si può sempre migliorare ed è quello cui puntiamo nel girone di ritorno».

Avete mancato la qualificazione alla Coppa Italia per pochissimo: dispiaciuti?
«Credo che a pesare sia stata la sconfitta casalinga contro Trieste: con quel risultato a favore, saremmo stati ammessi alle Final Eight. Ma quella sera eravamo senza Paulicap e la squadra non era, mentalmente, quella che è adesso. Quindi siamo dispiaciuti ma non è un cruccio. Piuttosto abbiamo vinto tre partite contro squadre superiori, risultati che fanno intuire le potenzialità del nostro gruppo: a Venezia ancora non avevamo la giusta maturità ma siamo stati bravi, a Tortona abbiamo offerto una bella prestazione, con Brescia siamo stati concentrati sino alla fine dimostrando passi in avanti».
Va detto che nelle ultime quattro giornate vi è mancato un giocatore fondamentale come Olisevicius.
«Quanto sia importante Osvaldas per noi, è noto. Era in gran forma quando si è dovuto fermare e il suo problema è particolare. Non ha nulla di rotto ma soffre per una infiammazione che a volte gli richiede di fermarsi.
Speravamo di recuperarlo contro Varese, invece i tempi si sono dilatati di una settimana dopo che ha avvertito dolore al rientro in palestra.
Osi mercoledì ha eseguito la prima seduta completa con la squadra, se non avvertirà ulteriori problemi proveremo a reinserirlo, ben sapendo che non sarà immediatamente al 100%».
Facciamo qualche nome: Mezzanotte, Macura, Mascolo, Bowman.
«Andrea è cresciuto molto, non è più soltanto un tiratore sugli scarichi ma ha capito che può aiutarci in tanti modi.
E con lui Ciccio Pellegrino, ragazzo disponibile che è entrato in squadra con il giusto spirito. JP non si è mai fermato, tranne che un giorno per influenza, ha sempre dato il massimo di sé in un anno molto speciale per lui dopo il lungo stop.
Bruno e Ky sono dotati di un’intelligenza incredibile: nessuno dei due pretende minutaggi o ruoli definiti, entrambi sono consci dell’importanza di lavorare per la squadra. E tutti e due hanno accettato le nostre proposte perché convinti dal progetto tecnico».
E poi c’è un giovane che è in rampa di lancio: David Torresani.
«Non vogliamo mettergli pressione, per vari motivi sta giocando anche di più rispetto a quanto immaginavamo in estate ed è probabile che in certe situazioni possa avere meno spazio. David ha caratteristiche uniche, vogliamo garantirgli un giusto percorso di crescita dandogli la possibilità di progredire gradualmente».
Domani con la trasferta a Trento inizia ufficialmente il girone di ritorno. A questo punto, prima di salutarci, le chiedo quali sono gli obiettivi di TvB?
«Posso dire che sarò soddisfatto se tra quattro mesi avremo portato TvB in una situazione migliore rispetto a quella dell’inizio di questa stagione».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso