Tarvisium, 50 anni di magliette rosse La maxifesta con i fondatori e i campioni
TREVISO. Cinquant’anni di rugby di quartiere prima e della città poi. Culla di campioni, di fuoriclasse entrati nella leggenda, e anche di giocatori provenienti da mezzo mondo. Una saga di scudetti (ben 6 juniores: 5 under 19 e un Under 18), di emancipazione sociale e sportiva, oltre che di imprese. E una scuola di vita per tutti, campioni e non, per migliaia di diplomati ad una riferimento di valori, prima ancora che di rugby.
Mezzo secolo, per la Tarvisium. E la società, per concludere il suo anno di celebrazioni del cinquantenario della fondazione, ha chiamato al campo tutte le magliette rosse della sua storia.All’ora di pranzo, la consegna dei premi ai presidenti della storia del club (il fondatore Cadamuro, Breda, Pizzolato, Feletti, e l’odierno Pavanello; mancava Rosolen) e poi agli allenatori di questi cinque decenni (Cadamuro, Breda, Pizzolato, Bonato, Amadio, Favotto, Trevisiol, Green, Favaro e l’attuale Dalla Nora). Infine ai giocatori arrivati in nazionali (i Francescato brothers, Colusso, Marchetto, Robazza, Zanon, Trevisiol, Zorzi, Casagrande, Scaglia, Barattin, Enrico Pavanello, Esposito, Claudio e Tommaso Iannone, padre e figlio). E i nazionali hanno consegnato le maglie ai giocatori di oggi, molto più di una cerimonia prepartita, ognuno al suo ideale successore di ruolo: momenti toccanti, fra i monumenti del nostro rugby e i ragazzi della odierna Botter, attesi dal derby.
Tutto condito da aneddoti, ricordi, abbracci, cori, goliardie. Ad animare la festa Guido Feletti e Pier Bernardi, organizzatori della giornata con Francesco Pavan. Non è mancato il minuto di raccoglimento per chi ha passato la palla. Alla fine, i dirigenti di oggi hanno premiato con la litografia di Carlo Balljana i nazionali e i fondatori Pizzolato, Cagnin, Polloni, Gazzola. Assenti giustificati “Nata” Cadamuro, impegnato in una specialissima partita personale, e Bobby Robazza.
In passerella anche Ino Pizzolato, l’anima storica, sempre distante dai riflettori: «Un momento bellissimo ritrovare le persone con cui hai condiviso la tua crescita umana, prima ancora che sportiva con le vittorie e le sconfitte, ti fa sembrare di rivivere quei momenti come allora, per un giorno almeno », dice, «Ma soprattutto ti dà la sensazione di aver fatto qualcosa di positivo, di quanto questa esperienza ti abbia segnato dentro. Mi ha fatto piacere tra l’altro rivedere persone che non vedevo da tanto tempo».
Notati ad esempio “Long John” Favaro, Oscar Gazzola (un altro dei ragazzini fondatori), e poi i Tubiana, i Sari, gli Artuso e i Furlan. E ancora i Dal Cin, i Lauro, i Medusa, i Ceccato e i Marchesin. Ma ci vorrebbe un papiro, per la superlista di mezzo secolo di giocatori della Tarvisium....
«Abbiamo creduto fosse giusto condividere tutti assieme l’ultimo evento dei festeggiamenti», diceva il presidente Manuel Pavanello «perché tutti sanno dato il loro contribuito a scrivere la nostra storia. E devo dire che c’è la consapevolezza di una grande storia, non solo di sport».
La miglior testimonianza erano i volti di chi è accorso. Miti del nostro rugby e del rugby mondiale, e meno noti campioni d’Italia juniores degli anni 70 e 80; le stelle di ieri, le promesse di ieri e di oggi. I figli d’arte, a conferma di una città che da quattro generazioni mastica pane e pallone ovale. E le lacrime di gioia e commozione . «Sono stati gli anni più belli della mia vita, quelli in Tarvisium, emozionante riviverli per un giorno», hanno detto un po’ tutti. Hanno presenziato alla festa il sindaco Conte, l’assessore Nizzetto, i consiglieri comunali Zanon e Rosi, il presidente del comitato Veneto, Innocenti.
A suggellare la giornata, prima del terzo tempo infinito - ma possono starci 50 anni, in un giorno fino a notte fonda? - il successo della prima squadra contro il Casale. Buon Natale, in casa Tarvisium. E l’anno, al San Paolo non si è concluso: domani è tempo di Sprybrickx. Le tradizioni non si fermano nemmeno di fronte agli eventi. E l’anno nuovo, lo sperano tutti, porterà l’apertura dei nuovi spogliatoi: mancano ancora gli arredi, a lavori ultimati. —
Andrea Passerini
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