Stefano, l’azzurrino che lancia la pallina alla velocità dei prof

CONEGLIANO. Centotrentadue chilometri orari. Non è la velocità di una multa con l'autovelox, bensì quella con cui un ragazzino di tredici anni lancia la palla da baseball. Lui è Stefano Censi, lanciatore del Conegliano, rientrato da poco dai mondiali under 15 che si sono svolti in Messico. É stato infatti “precettato” dalla nazionale italiana per il torneo che si è svolto nella città di Chihuahua, dal 16 al 25 agosto. Su sedici formazioni, gli azzurri hanno chiuso in decima posizione. «Indossare la maglia azzurra fa sentire la responsabilità di rappresentare l'Italia, speravamo di ottenere un risultato migliore, un settimo o un ottavo posto, ma siamo stati anche un po' sfortunati con il meteo: contro l'Argentina stavamo recuperando ma al settimo inning ha iniziato a grandinare e hanno dovuto sospendere la partita», ricorda Stefano, «Hanno vin to così i nostri avversari perchè erano in vantaggio».
La sua prima volta “azzurra” è stata l'anno scorso, quando è stato convocato nell'under 12 per un torneo internazionale che si è svolto a Taiwan. Seppure con la responsabilità di rappresentare l’Italia, Stefano è ancora un ragazzo di tredici anni. «Tra i ricordi più belli che ho ci sono i momenti in cui tornavamo nelle nostre camere e ci mettevamo a far festa, mangiando e guardando la televisione», spiega, «E poi tutto il tifo, immenso, dei messicani, che volevano sempre fare le foto con noi, e ci scrivevano cartelloni di incitamento».
Neanche il tempo di rientrare, dopo le fatiche azzurre, che mamma Stefania, papà Antonio e i fratelli Silvia, di 11 anni, e Simone, di 19 anni (anche loro giocatori di baseball), hanno dovuto “risalutare” il campioncino di casa, già diretto a Rovigo per un memorial dedicato ai cadetti. Questa volta Stefano non ha indossato i colori azzurri, ma quelli gialloblù del Conegliano. La scoperta di questo sport dal profumo d'America è avvenuta durante la festa delle associazioni che si tiene la prima settimana di settembre in centro a Conegliano. Per un anno la mamma ha tergiversato, ma poi Stefano ha chiesto, nuovamente, di provare. E una volta entrato nel diamante coneglianese non ne è più uscito. Tanto da fare allenamento praticamente tutti i giorni.
«È uno sport coinvolgente, appena lo capisci un po' di più, diventa una passione», aggiunge, «è da circa sei anni che gioco, fare il lanciatore è il ruolo che mi piace di più». Del resto il suo lancio è così “forte” e potente che i suoi compagni di squadra lo chiamano «ogm», organismo geneticamente modificato. Un lancio così forte che, nel 2012, gli è valso anche il titolo italiano di lancio del vortex con oltre 86 metri nella finale degli Studenteschi (il suo “record” è di 88,76 metri). Da grande, Stefano, vorrebbe fare il giocatore di baseball. E magari ricalcare le orme di Josè Reyes, l'interbase dei Miami Marlins, il suo idolo. Per ora, a soli tredici anni,fa volare la pallina a ben 132 chilometri orari.
Salima Barzanti
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