Speronello, record nel tennis: 100 vittorie.«L’Atp? No, è meglio la passione»

Il 31enne di Montebelluna, appassionato di heavy metal, ha vinto il centesimo open della carriera
Andrea Dossi

Cento volte Marco Speronello. Il tennista classe ’91 di Montebelluna ha vinto il Torneo di Natale del Centro Sportivo 2000 all’Acquavita di Padova conquistando la 100ª vittoria in un open, una record a livello regionale e un numero che in Italia è una rarità. Battuto nella finale di San Silvestro il vicentino Tommaso Dal Santo: Speronello, in forza alla Società Tennis Bassano, si è portato a casa il primo set per 6-1, più tirato il secondo dove l’ha spuntata con determinazione e vincendo per 7-5. È l’apice di una carriera atipica per un tennista: il montebellunese fin da piccolo ha mostrato uno spiccato talento con la racchetta in mano, nella categorie giovanili ha fatto la voce grossa vincendo un Itf Men’s Circuit e un titolo under 18 grado 4, sempre in coppia. Poi, a 23 anni, la decisione di abbandonare il circuito pro per dedicarsi all’insegnamento e ai tornei open. Speronello ha deciso di vivere la vita a 360° tra lavoro ed altre passioni, come l’heavy metal, ed ha “relegato” il tennis ad un hobby. Ma con la racchetta in mano diventa una forza della natura e una garanzia di successo che l’hanno portato a quota 100 tornei open vinti.

Speronello, qual è il significato di questo numero per lei?

«È un traguardo che volevo raggiungere, ora mi sto informando su quanto sia il record nazionale: di solito i tennisti non ne tengono conto ma voglio ottenere anche questo primato. Sicuramente qualcuno ha vinto più di 100 volte ma probabilmente non è un risultato recente. Arrivare a quota 100 vittorie in tornei open non è cosa da tutti, sono contento, era un obiettivo che mi ero prefissato da anni e mi dicevo sempre che, una volta raggiunto, l’avrei celebrato con una grande festa. Quindi da tempo si era creata un po’ di aspettativa, ed esserci arrivati fa piacere. Non ho mai fatto il tennista a tempo pieno ma per passione perché ho sempre lavorato - ora sono maestro allo Sporting Life Center di Breda di Piave - è un motivo in più per farmi apprezzare il momento».

Quota 100 vittorie è il coronamento di una carriera o poteva fare di più? Come giocare nel circuito Atp...

«A livello nazionale non si può far meglio, è il massimo che si può raggiungere. I tornei a cui partecipo sono semi-professionistici, non c’entra nulla con la classifica Atp. Avrei potuto proseguire con il professionismo, però era una scelta di cui non ero molto convinto e non facile da coltivare, sia a livello economico che di vita. Per le decisioni che ho preso ho ottenuto bei risultati, se qualcuno mi chiedesse se mi sarebbe piaciuto rientrare tra i primi 200 dell’Atp direi di sì, ma avrei dovuto cambiare molto. Uno dei motivi è che frequento il mondo del tennis per lavoro ma non mi sento molto “coinvolto”: gioco le partite perché mi diverto ma non è mai stata la mia priorità e non ha mai occupato la totalità della mia vita. Ho tante altre passioni e mi piace fare molte cose, non vivo di pane e tennis».

Potrebbe essere difficile scegliere, ma in 100 vittorie qual è stata quella più emozionante?

«La più bella in assoluto è stata quella ai campionati italiani del 2015 a Bologna. Ricordo un tabellone da 256 giocatori, c’erano praticamente tutti i migliori della seconda categoria, il torneo è durato più di una settimana e in finale ho vinto contro un avversario contro cui avevo sempre perso (Stefano Galvani, ndr). È stato un bel tour de force, da sabato alla domenica successiva, e quella vittoria è stata la svolta della mia carriera, mi ha dato più convinzione perché prima vincevo ma non ero così costante, dopo ho iniziato ad avere quella costanza che mi hanno permesso di vincere tanti tornei durante l’anno pur non dando il 100%. Da lì è andata sempre meglio, senza fare i salti mortali poiché volevo solo divertirmi: nel 2019, per esempio, ho vinto 17 tornei su 24, nel 2022 17 su 20. Sono numeri che si possono fare in un’annata buona, ma con continuità non è semplice». 

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