Sono tutti figli della Zalf

Marco Canola, Enrico Battaglin (in foto), Gianluca Brambilla, Domenico Pozzovivo. Splendidi prodotti del vivaio Zalf. Le prime due settimane del Giro li hanno visti protagonisti: vincitori di tappa,...
Italian Enrico Battaglin of the Bardiani Csf team (L) and rider Dario Cataldo of Sky team (R) engaged in the final for win the 14th stage of the 97th Giro d'Italia cycling race over 164km from Aglie' to Oropa, Italy, 24 May 2014. ANSA/LUCA ZENNARO
Italian Enrico Battaglin of the Bardiani Csf team (L) and rider Dario Cataldo of Sky team (R) engaged in the final for win the 14th stage of the 97th Giro d'Italia cycling race over 164km from Aglie' to Oropa, Italy, 24 May 2014. ANSA/LUCA ZENNARO

Marco Canola, Enrico Battaglin (in foto), Gianluca Brambilla, Domenico Pozzovivo. Splendidi prodotti del vivaio Zalf. Le prime due settimane del Giro li hanno visti protagonisti: vincitori di tappa, gregari di lusso, uomini classifica, personaggi copertina. Canola da Torri di Quartesolo si è aggiudicato la frazione di Rivarolo Canavese, prima fuga del Giro andata a buon fine; Battaglin da Molvena ha firmato la tappa successiva di Oropa; Brambilla da Tezze sul Brenta è l’ultimo uomo in salita della maglia rosa Uran e occupa il 24º posto nella generale; il lucano Pozzovivo è invece sesto in graduatoria. Canola e Battaglin sono compagni alla Bardiani, stessa squadra di Brambilla prima dell’approdo all’Omega; “Pozzo” stesso cominciò l’avventura fra i grandi alla corte dei Reverberi. Il vittoriese Luciano Rui, che domani vedrà il Giro arrivare a 200 metri da casa, li conosce bene per averli svezzati alla Zalf: «Canola era un bimbo prodigio fra gli juniores, poi aveva un po’ sofferto la scomparsa del padre», racconta, «Fece con noi cinque anni, ma non lo voleva nessuno, perché non vinceva. Lavorava tanto per gli altri, nel calcio sarebbe stato un perfetto mediano. Poi l’ultimo anno da dilettante vinse il Giro del Veneto: insistetti per farlo passare con i Reverberi. Mi ricorda Ghirotto: aiuta e vince».

Battaglin era un predestinato: «Un cavallo vincente già alle mie dipendenze. Adesso deve trovare la continuità: è un corridore da classiche». Brambilla gareggiò tre anni con il team castellano: «L’ho visto migliorato e maturato. La corporatura minuta lo avvantaggia. Sta facendo il gregario per Uran: non avesse quest’incombenza, potrebbe curare la classifica. E ciononostante non è lontanissimo. Gianluca è bravo pure a cronometro: può vincere le brevi corse a tappe. Magari non il Giro, ma una Tirreno senza troppi concorrenti può farla sua». Pozzovivo rimase a Castelfranco anche dopo l’approdo al professionismo: «Ci fece compagnia “in casetta” per altri due-tre anni. È testardo, tenace, intelligente. Era già forte ai tempi della Zalf, sono convinto che possa salire sul podio». Per la tappa di Vittorio, fa il nome dell’altro ex Oscar Gatto: «Secondo me andrà via un gruppetto e il finale mosso potrebbe favorirlo. Sarebbe stata perfetta per Modolo, ma Bandiera è pronto per un’altra fuga». E i campioncini in rampa di lancio? Occhio ad Andreetta, Toniatti e Moscon. «Verranno fuori nel giro di un paio d’anni», chiosa. (m.t.)

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