Quando lo sport scopre il velo dell’integrazione

Fatima ha scelto di indossare lo hijab, il velo islamico che porta anche durante allenamenti e competizioni. Zhara Es Safi è una ragazza italiana di origini marocchine, ha 15 anni e come molti suoi...
Di Chiara Bortolato

Fatima ha scelto di indossare lo hijab, il velo islamico che porta anche durante allenamenti e competizioni. Zhara Es Safi è una ragazza italiana di origini marocchine, ha 15 anni e come molti suoi coetanei, pratica sport: è cintura marrone di karate ma solamente dall'anno scorso ha scelto di indossare lo hijab. Assieme al fratello Tarik rappresenta i “ragazzi di seconda generazione” ovvero i figli di immigrati nati e cresciuti in Italia. Sono italiani e sono innamorati del karate, che praticano nella scuola Ren Bu Kan di Treviso. Fatima, karateka dall'età di sette anni, con la scelta di portare il velo incarna quell'integrazione sociale resa ancora più forte dallo sport: un connubio dove non esistono origini, lingue, tradizioni o religioni diverse ma che esalta il patrimonio culturale di ogni allievo.

Hai iniziato a portare lo hijab solo l'anno scorso, perché questa scelta?

«L'estate scorsa ho conosciuto una ragazza di Padova, mia amica e anche lei musulmana, e portava il velo. Ho sempre avuto il desiderio di indossarlo ma non sapevo come avrebbero reagito gli altri. Ho fatto un tentativo: se non mi fossi trovata bene non avrei continuato a portarlo...ma quando l'ho indossato mi sono sentita normale, come se non ci fosse stato niente».

Cosa significa per te portare il velo?

«Per me significa coraggio verso la religione, è un punto da cui iniziare a ragionare su molte cose. Sono fiera di me stessa perché è stata una scelta libera».

Perché hai scelto il karate?

«Un desiderio che avevo fin da piccola, ho cominciato a sette anni ed ora sono cintura marrone; mi era rimasto impresso come gli allievi portavano rispetto verso i compagni e l'ammirazione per il maestro, il rigore di ogni singolo movimento».

Gli fa eco il fratello Tarik: «Seguivo gli allenamenti di Fatima ho visto che in palestra c'era un bel contesto, ora è diventata la mia passione. Il karate ha creato nuove possibilità di stringere amicizia con allievi stranieri come, ed esempio, all'Heart Cup, campionato internazionale svoltosi l'aprile scorso al Palacicogna a Ponzano».

Il tuo futuro?

«Sto studiando per sostenere gli esami per la cintura nera e, non essendoci le Olimpiadi, ambisco di andare ai Mondiali».

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