Nuoto, Pozzobon d’argento nella 4x1500 ai mondiali di Singapore

La caimana del Piave apre la staffetta che regala all’Italia il secondo posto nella gara e il trofeo per nazioni del nuoto di fondo: «Eravamo tutti super convinti e determinati, ognuno di noi ha dato il meglio»

Pietro Nalesso
Gregorio Paltrinieri e Barbara Pozzobon con la medaglia
Gregorio Paltrinieri e Barbara Pozzobon con la medaglia

Barbara Pozzobon staffettista d’argento nella notte: la caimana del Piave, residente a Maserada, è seconda assieme a Marcello Guidi, Ginevra Taddeucci e Gregorio Paltrinieri nella 4x1500 dei mondiali di Singapore.

Per la fondista trevigiana si tratta della seconda medaglia intercontinentale dopo l'oro di Fukuoka del 2023, quando al posto di Guidi c’era Domenico Acerenza. Nelle acque di Sentosa il quartetto azzurro chiude in 1:09:15.4, a +2.1 dai tedeschi Celine Rieder, Oliver Klemet, Isabel Gose e Florian Wellbrock. Al terzo posto l'Ungheria, campione d'Europa, grazie all'ottima prestazione in ultima frazione di David Betlehem, in 1:19:16.7.

Grazie all’eccellente prova di Pozzobon & co., l'Italia conquista anche il trofeo per nazioni del nuoto di fondo: con 148 punti complessivi è davanti a Germania e Australia.

Pozzobon disputava la seconda gara a Singapore dopo la 10 km chiusa al decimo posto in 2:09:30.3. Una stagione in crescendo, dopo il nono posto nella 5 km europea a Civitavecchia, a soli 7’’ dalla vincitrice Taddeucci, un altro 9° posto nella 10 km in 1:57:54.37 (+26,83”).

Nel percorso verso l’argento, la trevigiana ha aperto la gara e lasciato il passo a Taddeucci prima di Guidi e Paltrinieri: «E' stata una gara tosta e sono felicissima del risultato», parla la campionessa di Marca alla FIN, «Il mio unico obiettivo era quello di dare il cambio a Ginevra il più avanti possibile, soprattutto davanti all'Australia, alla Germania e all'Ungheria. Ci sono riuscita. Uscire dalla partenza con tutte quelle botte, con gli uomini, non è mai facile. Però ho trovato subito la scia giusta e sono riuscita a portarmi avanti. Eravamo tutti molto fiduciosi, super convinti, determinati. Ognuno doveva fare il meglio che poteva, e se ognuno dà il meglio e il risultato che viene è questo, va più che bene».

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