Nardi, l’ottimo centrocampista che cita Nicolò Machiavelli
MONTEBELLUNA. Il padre Federico rimediò una presenza in serie C con il Treviso nella stagione 1979-80. Ruolo attaccante, colpo di testa e tiro al volo i marchi di fabbrica. Subito dopo terminò anzitempo la carriera: ginocchio spappolato. «Papà mi rinfaccia sempre quella presenza. Finché non la eguaglio, il curriculum resta inferiore», ride Filippo Nardi. Il biondo centrocampista del Montebelluna, classe ’98, ha sorpreso tutti. Ormai pedina insostituibile per Fonti, è stato fra i migliori anche a San Martino di Lupari. Gara coincisa con il ritorno alla vittoria dopo 5 tonfi consecutivi. «Ci serviva, ma punti potevamo farne già con il Monfalcone», osserva. La sua crescita è stata incredibile. Regista («ma anche incontrista») e all’occorrenza mezzala, il suo nome figura sul taccuino di svariati club professionistici. «Una stagione che mi sta dando tante soddisfazioni, ho arricchito il mio arsenale», racconta Nardi, che iniziò vicino a casa al Villorba, «Sono cresciuto in tutti i sensi, sul piano fisico e tecnico. La mentalità è cambiata, in palio c’è molto più di una salvezza. Non mi aspettavo di trovare tanto spazio, il sogno è il calcio che conta». Il riferimento è il papà ex calciatore, l’idolo è Andrea Pirlo. «Per l’intelligenza tattica, la velocità di pensiero. Ma come diceva Machiavelli? L’arciere prende la mira assai più alta...», ricorda Nardi. Che sa di dover fare tanta strada, ma non dimentica i libri. Studia allo Scientifico Pio X e ha la media del 7. «Ma non prendetemi per secchione», scherza. La promessa biancoceleste ha girato parecchio: tre stagioni nel vivaio del Treviso e altrettante nel Vicenza, da tre anni al Monte. «Devo la svolta a mister Durigon, che l'anno scorso negli Allievi mi provò a centrocampo», conclude. (m.t.)
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