Morellato, l’uomo d’acciaio del triathlon ora punta la Nuova Zelanda

Il 38enne di Falzè, che milita nella A3, nominato miglior triatleta del Veneto. «Adoro il mezzo Iron Man, mi ha portato ai mondiali. E rivoglio il titolo italiano»

TREVIGNANO. Fatica, sorrisi, passione. Alessio Morellato si è fatto letteralmente in tre ed è stato premiato come miglior triatleta del Veneto. Il 38enne di Falzé di Trevignano, da sempre militante nella squadra dell'A3 Fotomeccanica Triathlon di Pederobba, si è avvicinato a questo sport nel 2011, ha bruciato le tappe, arrivando a vincere il titolo di campione italiano della mezza Iron Man, che ancora detiene, e ora è qualificato ai mondiali in Nuova Zelanda di quest'anno. Per l’uomo d’acciaio della Marca ci sono pochi limiti e l’obiettivo è partecipare alla Iron Man completa, la gara più impegnativa del mondo. «Le principali squadre venete fanno delle nomination», racconta Morellato: «e il consiglio regionale della Fit, in base anche ai risultati, elegge l’atleta più rappresentativo dell’anno».

Quanta emozione per questo premio?

«La soddisfazione è grandissima. Il Veneto non è l’ultima arrivata sul triathlon: Lombardia, Lazio e poi Veneto sono tra le migliori regioni. Abbiamo tanti atleti di valore e so di non essere il più forte a livello assoluto perché ci sono ragazzi di vent’anni che sulle gare corte sono altra storia. Essere scelto in una rosa di nomi così ampia è motivo di orgoglio».

Cos’è per te il triathlon?

«È semplicemente passione. Mi dà la possibilità di esprimermi in tre discipline diverse che danno un mix di emozioni ed energia grandissime. Combinare allenamenti, lavoro di giorno e poi alla sera in piscina a Nervesa, al Centro Sportivo HOF, è complesso. Combinare tre sport, per poi unirli in un’unica gara, lo è ancora di più. La soddisfazione si raggiunge quando si taglia il traguardo, è così grande che dà lo stimolo per voler fare di più e meglio».

Quali sono le tue distanze preferite?

«Senza dubbio il mezzo Iron Man (1,9 km nuoto, 90 km bici e 21,097 km corsa, ndr), che per me sono 4 o 4 ore e mezza di gara. Mi sono approcciato al triathlon nel 2011 in punta di piedi, facendo gare sprint (0,75; 20 e 5 km, ndr), dopo un paio d’anni ho fatto qualche olimpico (1,5; 40 e 10 km, ndr). Sono arrivate le prime soddisfazioni e ho fatto il mio primo mezzo Iron Man nel 2018 a Pescara. Incredibilmente, sono arrivato decimo assoluto, mi sono qualificato per i mondiali ed è sbocciato l’amore con la distanza. Sono qualificato per i mondiali in Nuova Zelanda del 29 novembre e il 2021 sarà l’anno del mio primo Iron Man intero (3,86; 180 e 42,195 km, ndr)».

Hai altri obiettivi?

«Far bene al mondiale, vediamo se riuscirò a vincere di nuovo il titolo italiano di categoria nel mezzo Iron Man e togliermi qualche soddisfazione in gare più corte».

Perché ci si dovrebbe avvicinare al triathlon?

«Partire per una gara è sfidare sé stessi, tagliare il traguardo è raggiungere l’obiettivo. Dobbiamo essere consapevoli dei nostri limiti e mezzi, cercare di il massimo di quello che ci è stato dato». —


 

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