Mezza Europa in bicicletta per salutare Datome

L’impresa fino a Istanbul del cicloamatore opitergino Simone Bardella: «Ho stupito il mio idolo»
ODERZO. Percorrere mezza Europa in bicicletta non è impresa da tutti. C’è riuscito Simone Bardella, 31enne opitergino che ai primi d’agosto ha caricato la bici sul treno ed è partito con la fidanzata per Trieste. Lì è iniziata l’avventura, che gli ha fatto toccare l’Istria, l’isola di Krk (Croazia), quindi Zara e le montagne montenegrine, l’Albania e Durazzo. Nella città albanese, la fidanzata è dovuta rientrare in Italia. Ma lui no, lui ha continuato con lo scopo di raggiungere Istanbul, la porta d’Oriente, la città dei suoi sogni. Per arrivarci è passato attraverso Macedonia e Grecia, «dove ho incontrato un’ospitalità meravigliosa». Simone dormiva dove capitava, o meglio dove riusciva a piantare la tenda. Un giorno, in Macedonia, il cielo si è fatto brutto: «Stava per piovere e ho visto un monastero meraviglioso sul cocuzzolo di una collina. Volevo solo chiedere di poter piantare la tenda lì vicino. Sulla porta ho incontrato un monaco di 25 anni: non solo mi ha dato da mangiare e da dormire, ma mi ha regalato un santino e nei giorni successivi mi chiamava per chiedermi come stavo. Lo sento ancora adesso».


Simone continuava a puntare verso Istanbul. Prima di arrivarci ha allungato il tragitto di 200 chilometri lungo la costa turca. Una deviazione che lo ha portato anche a Gallipoli, l’antica Itaca. Poi, finalmente, Istanbul: «Dopo un mese e mezzo di pedalate in mezzo al nulla, sono stato sbalzato nel caos metropolitano di una città di quasi 25 milioni di abitanti. Lo shock è stato forte: dovevo trovare un qualche rifugio», dice Simone. E il rifugio per lui è stata la “Ulker Sports Arena”, la casa della squadra maschile di basket del Fenerbahce, il Barcellona della pallacanestro. «Ho scoperto che il giorno dopo il mio arrivo il Fenerbahce avrebbe giocato in casa la sua prima stagionale. Dovevo andarci».


E c’è andato davvero: non è riuscito a comprare il biglietto, ma ha deciso di tentare lo stesso di entrare nel palazzetto. Quando mancavano poche centinaia di metri alla destinazione, si è avvicinato a un gruppo di ragazzi con le sciarpe della squadra che erano nel suo stesso autobus: «Gli ho fatto capire che stavo andando al palazzetto senza biglietto. Erano abbonati e avevano un biglietto omaggio. Me l’hanno regalato». Tolto il primo ostacolo, adesso l’obiettivo diventava un altro: salutare Nicolò Melli e Gigi Datome, i due fuoriclasse italiani (il secondo ha i natali a Montebelluna) in forza alla squadra turca. Per farlo Simone ha eluso tutti i controlli («devo andare in bagno», «mi aspetta un amico») e finalmente è arrivato a due metri dal parquet. Dopo la partita ha aspettato Datome, e quando gli è stato a tiro gli ha urlato «sono venuto da Trieste in bici». Divertito, Gigi ci ha scambiato qualche parola nell’area vip: «Ero felicissimo: ho fatto due chiacchiere con Datome senza nemmeno avere il biglietto». Simone è rientrato da Istanbul lunedì sera in areo: nemmeno lui sarebbe riuscito a fare altri 2.800 chilometri sulla sua bici.


Niccolò Budoia


Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso