Lucchetta e Bernardi, il mondiale 25 anni fa

TREVISO. Sono passati 25 anni da quando un giovanissimo Lorenzo Bernardi - bandiera della Sisley e ora allenatore in Turchia dove ha vinto la Supercoppa - ha messo già l’ultimo pallone. Quello che ha trasformato il Maracanazinho in un paradiso per la pallavolo italiana. Lì il 28 ottobre 1990 l’Italia ha vinto il primo titolo mondiale; c’era anche un altro trevigiano doc nella spedizione in Brasile: Andrea Lucchetta. Lì è nata la “generazione dei fenomeni”. È il 28 ottobre 1990 e in una serata afosa brasiliana l’Italia di Julio Velasco ha fatto l’impresa - ricorda Gian Luca Pasini de La Gazzetta dello Sport - ha battuto Cuba del “diablo” Joel Despaigne, una sorta di fenomeno che nonostante una partita eccezionale si deve inchinare a Lucchetta e soci, che contro i cubani avevano perso praticamente sempre in quella stagione (e negli anni precedenti). Prima in amichevole e poi, 3-0, molto nettamente nel girone di qualificazione, in quello stesso torneo. Fino all’anno prima, nonostante qualche medaglia (come quella gloriosa del 1978, con il Mondiale in casa o il bronzo olimpico di Los Angeles del 1984), l’Italia non aveva a che fare con l’élite del volley Mondiale, un po’ meteora, un po’ sorpresa. Questa volta, invece, con questo Mondiale brasiliano cambiano le gerarchie. Campione d’Europa solo un anno prima nella Globe Arena di Stoccolma, l’Italia è diventata una delle squadre di punta: in quello stesso 1990 aveva vinto anche la prima edizione della World League, una manifestazione itinerante inventata dal presidente della federazione internazionale, Ruben Acosta, per promuovere il volley. E qualche settimana dopo pure anche i Goodwill Games (i Giochi della Buona volontà, oggi estinti). L’Italia quella notte divenne l’Italia: arrivando a vincere tutto quello che si poteva. Unico rammarico: non ha mai vinto la medaglia d’oro olimpica.
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